
Si segue la pista anarchica per il maxi incendio alla concessionaria Tesla di Roma (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Le indagini sull’incendio che ha distrutto diciassette vetture in una concessionaria Tesla alla periferia di Roma proseguono senza sosta. Il rogo è divampato nella notte tra il 30 e il 31 marzo in via Serracapriola, zona Torrenova, sollevando sospetti sul fatto che possa trattarsi di più di un semplice atto vandalico. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato apertamente di un’azione di “matrice anarchica antagonista”, confermando che il caso è seguito con la massima attenzione dalle autorità competenti.
Le Tesla avvolte dalle fiamme
All’arrivo dei vigili del fuoco, l’incendio si era già esteso a gran parte del piazzale, generando una colonna di fumo visibile a distanza. Le operazioni di spegnimento sono state complesse, ma alla fine le fiamme sono state domate. La polizia scientifica ha avviato rilievi approfonditi, esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza per ricostruire l’accaduto. Le modalità dell’incendio e la rapidità con cui si è propagato rafforzano i sospetti di un atto doloso organizzato.

Musk parla di terrorismo, il precedente di Berlino
Elon Musk ha reagito immediatamente su X, definendo l’incendio un atto di “terrorismo”, commentando un post che mostrava le immagini delle vetture bruciate. Tesla è da tempo bersaglio di gruppi anarchici: lo scorso febbraio, a Berlino, un gruppo ha rivendicato l’incendio di due gru dell’azienda pubblica Strabag, coinvolta nella costruzione di una stazione merci per il trasporto di auto Tesla. Nel messaggio di rivendicazione, gli anarchici hanno accusato Tesla di rappresentare il “nuovo fascismo tecnocratico”, associando Musk e la sua azienda a politiche di controllo e sfruttamento ambientale.
Il ministro Piantedosi ha sottolineato che “le modalità con cui è avvenuto questo episodio, la propagazione dell’incendio e altri elementi al vaglio degli inquirenti fanno ritenere plausibile una matrice anarchica antagonista”. Le indagini proseguono per accertare eventuali collegamenti con altre azioni simili e individuare i responsabili dell’attacco.