All’interno dello IOR (Istituto per le Opere di Religione), è emersa una controversia riguardante una norma interna che vieta ai dipendenti di sposarsi senza conseguenze lavorative. Secondo il regolamento, se due colleghi decidono di convolare a nozze, uno dei due deve lasciare il proprio impiego. Questa regola è stata introdotta per evitare potenziali conflitti d’interesse e preservare la trasparenza in un ambiente lavorativo ristretto, che conta solo un centinaio di dipendenti.
Cosa è successo
La situazione è diventata critica quando due dipendenti dello IOR, nonostante il regolamento, hanno deciso di sposarsi. Dopo il matrimonio celebrato a Fregene, la coppia si è trovata di fronte all’obbligo di scegliere chi tra loro dovesse abbandonare il posto di lavoro. I due sposi sostengono di aver pianificato il matrimonio prima dell’entrata in vigore della norma e hanno tentato di negoziare con l’istituto, sostenendo che il diritto di formare una famiglia non dovrebbe essere ostacolato da regole interne. Tuttavia, lo IOR ha mantenuto la sua posizione, affermando che la regola è valida e che spetta alla coppia decidere chi dovrà dimettersi.
Questa vicenda ha suscitato un dibattito più ampio sui diritti dei lavoratori laici all’interno del Vaticano, evidenziando il conflitto tra la modernizzazione delle istituzioni vaticane e la protezione della vita privata dei dipendenti. In passato, i dipendenti laici hanno già sollevato preoccupazioni simili, al punto da promuovere una class action contro regolamenti restrittivi.
La nota dello IOR
Lo IOR ha difeso la sua posizione, sottolineando che la norma fa parte di un processo di rinnovamento regolamentare avviato in seguito alle direttive sulla trasparenza e vigilanza finanziaria volute da Papa Benedetto XVI. L’istituto afferma che questa regola colma un vuoto legislativo e che è coerente con le pratiche internazionali delle istituzioni finanziarie. Secondo lo IOR, il regolamento permette alla coppia di scegliere chi dei due debba lasciare il lavoro, riconoscendo così la possibilità che anche un dipendente con un ruolo importante possa essere sacrificato per il bene dell’istituto.
La situazione rimane aperta, con la coppia che dovrà prendere una decisione entro ottobre, pena la perdita del lavoro per entrambi. Nel frattempo, l’Associazione dei dipendenti laici vaticani ha espresso il proprio sostegno ai due sposi, sollecitando un intervento che possa conciliare le esigenze lavorative con i diritti alla vita familiare.