Siria bollente: caccia ai fedeli di Assad. L’Isis ha già ucciso decine di soldati e non è finita qui. I Jihadisti hanno promesso una lauta ricompensa a che dà notizie sui generali colpevoli di crimini. Già smantellati gli 007 del regime. I buoni propositi dei nuovi padroni della Siria sono già finiti in cavalleria?
E’ vero che i ribelli hanno annunciato l’abolizione delle leggi sul terrorismo e l’azzeramento dei vertici dell’intelligence, ma è altrettanto vero che Al Jolani ha promesso giustizia: vuole rassicurare la comunità internazionale. Ma il mondo che guarda e spera, al momento non abbocca. La promessa del leader dei ribelli – ex Al Qaeda e Isis – non convince fino in fondo anche se ha ripulito il proprio look e ha fatto annunci riformisti sul dopo Assad (inclusione e diritti). Di sicuro per la prima volta, dopo oltre 50 anni, la Siria avrà la possibilità di avere un governo aperto e pienamente rappresentativo delle tante anime del Paese. Va detto: dopo la caduta di Assad, regna l’incertezza. Il timone del Paese è stato affidato a Al Bashir, 41 anni, laureato in Sharia e Giurisprudenza, scelto come primo ministro del “governo di salvezza”.
Domanda: che cosa aspettarsi? Il portavoce dei ribelli assicura “niente radicalizzazione, in tutti questi anni di amministrazione a Idlib e nelle altre zone liberate non abbiamo mai imposto il velo a nessuno, né ai musulmani, né ai curdi, né ai drusi, né ai cristiani. Non abbiamo negato nessuna libertà“. Certo, è (sulla carta) un segnale distensivo ma numerosi osservatori hanno colto queste dichiarazioni con molti dubbi, sia verso i profughi, pronti a rientrare (la Turchia ha già riaperto un valico), sia verso chi progetta di andarsene e chiedere asilo (ma l’Italia, che parla di “allerta massima”, è fra i paesi che hanno subito sospeso le richieste). Tuttavia vengono promessi il rispetto delle minoranze etniche e religiose e l’amnistia. Sarà.
A Damasco permane il caos
Tanto per cominciare resta il rebus delle armi chimiche: l’agenzia Onu che se ne occupa sottolinea l’importanza di garantire la protezione delle strutture e dei materiali. Il premier Netanyahu ha detto martedì: ”Cambieremo volto al Medio Oriente”. Tel Aviv è a sua volta accusata dall’Egitto di aver potenziato la presenza nel Golan, ma Bibi in si ferma.
Mattatoio a Damasco
Fanno orrore le immagini diffuse dai miliziani di Hts che hanno liberato i prigionieri del carcere di Sednaya, il cosiddetto mattatoio. Sono state trovate corde per le impiccagioni dei detenuti, una pressa in metallo per schiacciare i corpi. Nel mattatoio sarebbero state torturate e uccise 3.000 persone. Erdogan felice della storica svolta ha ricordato: ”Assad si è lasciato dietro 1 milione di morti. E’ finita un’era buia”.