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Smantellata la più grande rete di streaming illegale, cosa rischiano gli utenti furbetti

Un’inchiesta internazionale ha portato a uno degli smantellamenti più significativi nella lotta contro lo streaming illegale. L’operazione “Taken Down“, partita dall’inchiesta della procura di Catania, ha coinvolto oltre 100 indagati, con perquisizioni effettuate in 15 regioni italiane e in altri Paesi europei, come il Regno Unito, l’Olanda, la Svezia, la Svizzera, la Romania e la Croazia. Gli investigatori sono riusciti a fermare un giro d’affari da 250 milioni di euro, che gestiva illegalmente contenuti televisivi per ben 22 milioni di utenti.

Cosa è successo

L’operazione ha smantellato una rete sofisticata che utilizzava tecnologie IPTV (Internet Protocol Television) per captare e rivendere illegalmente contenuti protetti da diritti televisivi, come sport e film, appartenenti alle principali piattaforme televisive. Tra queste, spiccano Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney+. La rete illegale ha permesso a milioni di utenti di accedere a palinsesti live e contenuti on-demand senza pagare per l’abbonamento, creando un danno economico significativo per le aziende legittime del settore.

L’inchiesta, che ha preso piede grazie a una segnalazione di Sky Italia, ha anche messo in luce il coinvolgimento di gruppi legati alla criminalità organizzata, il che ha reso l’operazione ancora più complessa e rilevante. Dopo mesi di indagini, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire all’operazione clandestina e a fermarla, sequestrando migliaia di canali illegali.

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Smantellata la più grande rete streaming illegale internazionale, cosa rischiano gli utenti furbetti (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Le sanzioni per gli utenti

Un aspetto importante dell’inchiesta riguarda anche gli utenti che hanno usufruito di questi servizi pirata, noti come “furbetti del pezzotto”. Come ha spiegato il procuratore di Catania, Francesco Curcio, oltre a fermare la rete illegale, sono stati individuati circa 22 milioni di utenti che hanno usufruito dei contenuti rubati. A questi rischiano di essere comminate sanzioni amministrative, che vanno da un minimo di 150 euro per una singola visione illecita, fino a un massimo di 5.000 euro per coloro che avevano sottoscritto abbonamenti a lungo termine. Curcio ha sottolineato che, nonostante il vasto numero di abbonati, la maggior parte degli utenti è stata oscurata e ora dovrà affrontare le conseguenze legali.

Dazn e Sky in prima linea contro lo streaming pirata

Tra le reazioni alla vicenda, spicca la decisione di Dazn di costituirsi parte civile nel processo penale che scaturirà dall’inchiesta. La piattaforma sportiva, che ha subito ingenti danni economici, ha scelto di chiedere il risarcimento per i danni derivanti dallo streaming illegale. In questo contesto, Dazn spera che il supporto delle forze dell’ordine possa portare all’imposizione di multe sui pirati dello streaming, segnando una svolta nel contrasto alla pirateria online.

Anche Sky e la Lega Calcio, rappresentata dal suo AD Luigi De Siervo, hanno espresso il loro sostegno a queste iniziative, sottolineando la gravità del reato. “Rubare una partita è grave quanto un altro furto”, ha affermato De Siervo, evidenziando come la pirateria danneggi non solo le piattaforme legittime, ma anche il mondo del calcio e dello sport in generale.

 

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