S.O.S. bullismo: vessato un giovane su quattro. Se questa non è una emergenza nazionale, cos’è? La legge per salvare i ragazzi ci sarebbe, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso maggio, anche con importanti aggiornamenti rispetto al provvedimento del 2017 ma “non si è mai riunito un tavolo tecnico per declinare le misure attuative”, come osserva nel suo dettagliato report Maria Sorbi. Cioè cosa fare per tutelare le vittime, punire i bulli.
L’ inquietante fenomeno dilaga soprattutto nelle scuole, come dimostra l’ultimo fatto di cronaca avvenuto a Senigallia dove un 15enne, esasperato dai tormenti inflitti dai compagni di classe, si è suicidato. Dire che è “un fallimento della nostra società che non è stata in grado di intercettare e affrontare il suo dolore prima che fosse troppo tardi” (Giuseppe Lavenia, presidente della Associazione nazionale sulle dipendenze tecnologiche e cyberbullismo), è una affermazione importante, doverosa, quasi scontata. Ma non basta. Il fenomeno dilaga anche in Rete (cyberbullismo). Cresce l’allarme. “Bisogna dare una accelerata”, riconosce Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Nessun dubbio.
Le cose da fare
Il tavolo tecnico dovrà stabilire cosa fare a livello pratico. Alcuni suggerimenti (non richiesti):
1. Ricostruire tutti i passaggi dalla chiamata al 114 in poi.
2. Costruire una rete – dalle scuole alle associazioni sportive, dalle famiglie agli oratori – in modo da parare i colpi di chi crolla e si sente fallito per le prese in giro.
3. Fare molta formazione sia nelle strutture sociali e sanitarie, sia nelle scuole. I presidi devono sapere che qualcosa non va. E in classe tutti sanno tutto. Poche storie.
4. Sollecitare i genitori a non voltarsi dall’altra parte. Spesso i genitori non intervengono per non invadere il campo dei propri figli sperando che se la possano cavare da soli.
5. Formare personale specializzato per i casi urgenti ma anche per quelli più soft.
Casi di bullismo in crescita
Il fenomeno, come dicevamo, è in crescita. Spiegano quelli della Associazione Stop-Cyberviolenze: ”Più i ragazzi passano del tempo collegati ai social, più i casi aumentano”. Un recente monitoraggio che ha interessato 185.000 studenti delle scuole superiori di tutta Italia, ha certificato che il 27% degli intervistati ha dichiarato di aver subito atti di bullismo. Sono in aumento sia gli episodi isolati che quelli sistematici. Il ministro Valditara è impegnato “a sradicare il fenomeno nella scuola”. Ma la legge per salvare i ragazzi è ancora ferma. Tempo da perdere non ce n’è più.