E’ stato iscritto nel registro degli indagati l’agente della Polfer che ieri mattina, alla stazione di Verona, ha sparato mortalmente ad un migrante 26enne del Mali, Diarra Moussa, che lo stava aggredendo con un coltello. Il quadro nel quale procede l’indagine, si apprende da fonti giudiziarie, è la legittima difesa da parte del poliziotto. Si vuole però accertare se vi sia stato o meno un superamento di questo perimetro. Anche per consentirgli di nominare propri periti per gli accertamenti forensi, l’agente è stato iscritto nel registro con l’ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa.
Diarra Moussa aveva un regolare permesso di soggiorno e lavorava
Il giovane migrante che ieri mattina ha aggredito con un coltello i poliziotti, venendo ucciso da un agente della Polfer alla stazione di Verona Porta Nuova “era in regola con il permesso di soggiorno”. Lo ha detto, in una conferenza stampa in municipio, l’assessora alla sicurezza, Stefania Zivelonghi, che stamane ha anche incontrato il Questore, Rosaria Amato. Diarra Moussa si era visto respingere la richiesta di asilo come rifugiato. “E’ un immigrato regolare, stava lavorando, aveva un percorso di integrazione avviato. Bisogna capire cosa abbia fatto di lui una persona aggressiva in quel modo quella tragica mattina” ha detto Zivelonghi parlando del 26enne maliano.
“E’ un fatto drammatico – ha aggiunto – che credo segnerà anche la vita del poliziotto”. I consiglieri di minoranza in Comune hanno sollecitato l’assessora a dimettersi. “Chi chiede le mie dimissioni – ha replicato – si dimostra quello che è, anche il ministro Salvini ha dato l’esempio banalizzando una vicenda così tragica. Sul fronte della sicurezza possiamo dire che l’apparato ha reagito: c’è stata un’aggressione e la reazione c’è stata. Chiediamoci caso mai perché il poliziotto aveva solo quello strumento e perché si è visto costretto a reagire in quel modo”.