La strage familiare avvenuta a Nuoro ha sconvolto l’Italia. Il responsabile, un operaio di 52 anni, Roberto Gleboni, ha ucciso la moglie, la figlia maggiore di 26 anni, il figlio di 10 anni e un vicino di casa, prima di togliersi la vita. L’unico sopravvissuto alla tragedia è il figlio di 14 anni, che ha fornito importanti testimonianze agli inquirenti.
La testimonianza del figlio sopravvissuto
Il figlio di 14 anni, ferito al volto e sotto choc, ha raccontato ai carabinieri i momenti di terrore vissuti in casa. “Sono tutti morti. Mi sono salvato perché ho finto di esserlo anche io. In casa urlavano tutti”, ha detto il ragazzo, che si è miracolosamente salvato fingendosi morto. La sua testimonianza è cruciale per cercare di ricostruire quanto accaduto nei drammatici minuti della strage.
Nessun movente apparente
Al momento, il movente della tragedia rimane sconosciuto. Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa abbia spinto Roberto G. a compiere un gesto così estremo. All’interno dell’appartamento di via Ichnusa non è stato trovato nessun biglietto o indizio che possa spiegare l’orrore. Gli investigatori analizzeranno telefoni, dispositivi tecnologici e conti bancari della famiglia per cercare possibili motivi o tensioni. Si indaga anche sui rapporti deteriorati tra Roberto e la famiglia della moglie, un dettaglio che potrebbe rivelarsi significativo.
Autopsie e funerali
Le autopsie sui corpi delle vittime dovrebbero iniziare già domani, presso il cimitero comunale della città. In segno di lutto, per i funerali sarà dichiarato il lutto cittadino, un ulteriore segno della vicinanza e del dolore condiviso dalla comunità di Nuoro.