Un tribunale algerino ha condannato oggi all’ergastolo un uomo che dal 1996 teneva prigioniero il suo vicino di casa, trovato lo scorso maggio all’interno di una buca coperta di fieno in un allevamento di pecore.
Il verdetto è stato emesso a tarda notte, precisa la stessa fonte, dal Consiglio giudiziario di Djelfa, 300 chilometri a sud di Algeri, capitale dell’Algeria, al termine di un processo durato diverse ore. Cinque imputati sono stati perseguiti in questo caso, stando alla stessa fonte, con l’accusa di non aver informato le autorità competenti, un atto punibile ai sensi della legge sulla prevenzione e la lotta al rapimento di persone e della legge sulla prevenzione del traffico di esseri umani.
La corte di Djelfa ha condannato all’ergastolo l’imputato principale del caso, dichiarato “stregone”, mentre altri due sono stati puniti con un anno di carcere per il reato di omessa denuncia e altri due sono stati assolti.
Il caso risale alla primavera scorsa, quando il giovane, Omar Ben Amrane, è stato trovato sano e salvo in una fossa coperta di fieno in un recinto di pecore, seppure in stato di grave abbandono. Sui social algerini è diventato virale il video dell’uomo, ritrovato in uno stato pietoso, con abiti trasandati e una lunga barba. Secondo quanto riportato dai media locali, la famiglia della vittima riteneva in precedenza che fosse stata rapito e uccisa da gruppi terroristici islamici armati attivi in Algeria negli anni ’90, quando aveva solo 16 anni.