Angelika Hutter, la 34enne tedesca che il 6 luglio 2023 ha investito e ucciso con la sua Audi il piccolo Mattia Antoniello, il padre Marco e la nonna Maria Grazia Zuin a Santo Stefano di Cadore, ha avanzato una richiesta di patteggiamento durante l’udienza preliminare tenutasi a Belluno. Il pubblico ministero Simone Marcon ha proposto una pena di 4 anni e 8 mesi, basata sul calcolo di attenuanti e aggravanti. La decisione finale spetterà al giudice, con una sentenza attesa per l’8 ottobre. Nel frattempo, la giudice Elisabetta Scalozzi acquisirà una nuova relazione clinica dalla struttura che ospita l’imputata, che non era presente in aula.
L’omicidio stradale plurimo, causato da Hutter, prevede una pena massima di sette anni. Tuttavia, a questa cifra sono state applicate riduzioni per via di una parziale infermità mentale riconosciuta dai consulenti del giudice e per il risarcimento effettuato dall’assicurazione alle famiglie delle vittime. Inoltre, non sono emersi segni di alterazione da sostanze stupefacenti o alcool nel sangue della donna al momento dell’incidente.
I familiari delle vittime, pur essendo stati risarciti dall’assicurazione, non si sono costituiti parte civile nel processo. Elena Potente, moglie di Marco Antoniello e madre del piccolo Mattia, insieme al padre Lucio Potente, marito di Maria Grazia Zuin, hanno scelto di non commentare la richiesta di patteggiamento. In una nota, hanno espresso la loro attesa per una decisione della giustizia penale, auspicando una condanna severa che possa rendere giustizia ai loro cari. Pur sapendo che nessuna pena sarà mai all’altezza del dolore subito, la famiglia attende la sentenza definitiva per esprimere il proprio giudizio.
Prima del processo, Angelika Hutter era stata sottoposta a un incidente probatorio che ha coinvolto un team di esperti composto da psichiatri e neuropsicologi. Le perizie hanno rilevato che la donna soffre di un vizio parziale di mente, ma è in grado di affrontare il processo. Inoltre, è stato raccomandato il suo trasferimento in una struttura adeguata per ricevere le cure necessarie, poiché è stata giudicata pericolosa.
La vita di Hutter prima dell’incidente era segnata da difficoltà personali: viveva da mesi nella sua auto, lontana dalla famiglia d’origine e senza precedenti penali. Il giorno della tragedia, nella via centrale di Santo Stefano di Cadore, ha premuto l’acceleratore senza mostrare alcun segno di frenata o sterzata, travolgendo la famiglia Potente-Antoniello. Le cause del gesto restano un mistero, custodito dalla donna e dai suoi psicologi.
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