Sabato mattina, nella stazione di Alessandria, un ragazzo di 19 anni, ha confessato l’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso durante una rapina a Rozzano, nella notte di venerdì. Dopo essere stato sottoposto a un controllo di routine dalla Polfer, il giovane ha rivelato spontaneamente agli agenti: “Ho ucciso una persona a Rozzano”. Questa confessione scioccante ha portato all’apertura di un’indagine che ha svelato dettagli agghiaccianti sull’accaduto.
Una rapina per rubare le cuffiette
L’omicidio è avvenuto per una banale rapina. Il 19enne ha dichiarato di aver ucciso Mastrapasqua per rubargli le cuffiette wireless, che i carabinieri hanno poi ritrovato in un cestino della spazzatura vicino al luogo del delitto. Il valore delle cuffiette, in vendita online per soli 14,99 euro, rende ancora più assurda la tragedia. Manuel Mastrapasqua è stato colpito da una singola coltellata al costato destro mentre camminava verso casa dopo aver finito il suo turno di lavoro.
La ricostruzione
Le indagini della squadra Omicidi, dirette da Antonio Coppola e Fabio Rufino, hanno confermato che il giovane assassino era solo al momento dell’aggressione, come mostrano i filmati delle telecamere di sicurezza della zona. Alle 2:40 di venerdì notte, il 19enne, vestito con una tuta nera e un cappellino bianco, è stato ripreso mentre si muoveva da viale Campania verso viale Romagna, dove ha incontrato la sua vittima. Anche Mastrapasqua, di ritorno dal lavoro, camminava solo e stava scambiando messaggi con la fidanzata, fino all’ultimo messaggio non inviato, alle 2:55.
L’omicidio, la fuga e la confessione
Secondo gli inquirenti, l’aggressione è avvenuta in pochi terribili minuti. L’assassino ha minacciato Mastrapasqua con un coltello, chiedendogli di consegnargli qualcosa. Dopo avergli rubato le cuffiette, è scoppiata una breve colluttazione, durante la quale la vittima ha tentato di riprendersi ciò che gli era stato sottratto. Il 19enne ha quindi sferrato il colpo mortale. Il corpo di Mastrapasqua è stato trovato poco dopo da una pattuglia dei carabinieri.
Dopo il delitto, il giovane è tornato a casa, ha dormito e ha confessato il crimine ai suoi genitori, i quali inizialmente non gli hanno creduto. Il padre lo ha accompagnato alla stazione di Pieve Emanuele, da dove il 19enne ha preso un treno per Alessandria con l’intenzione di fuggire in Francia. Tuttavia, il rimorso lo ha spinto a confessare agli agenti della Polfer.
Le indagini
Nonostante la confessione, le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio dell’omicidio. Le autorità stanno verificando la presenza di eventuali testimoni oculari, poiché dalle telecamere si vedono altre persone nell’area durante l’aggressione. Tuttavia, nessuno si è ancora fatto avanti. Il 19enne, con precedenti per furto e tentata rapina, è stato fermato e accusato di omicidio e rapina.