La serie norvegese La Palma, recentemente in cima alla classifica di Netflix, ha suscitato preoccupazioni tra cittadini e turisti diretti alle Isole Canarie, in particolare sull’isola omonima. La trama immagina un’ipotetica eruzione del vulcano Cumbre Vieja, che, con un’esplosione così potente da staccare una parte del fianco del vulcano, genererebbe un mega tsunami devastante. L’onda, secondo la serie, colpirebbe non solo le Canarie, ma anche le coste americane ed europee. Questa visione ha riacceso il dibattito su una teoria scientifica risalente a metà del secolo scorso.
La teoria che un’eventuale frana del fianco del Cumbre Vieja possa causare uno tsunami devastante è nata dopo la scoperta di una frattura di circa 4 chilometri sulla cima del vulcano. Negli anni ’50, alcuni scienziati ipotizzarono che la frattura potesse allargarsi, provocando un collasso massiccio. Tuttavia, come spiegato dal Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Marco Neri, le conoscenze scientifiche dell’epoca erano limitate. Oggi, gli esperti ritengono che la quantità di materiale in movimento durante un evento simile sarebbe molto inferiore rispetto alle stime iniziali.
Il risveglio del Cumbre Vieja nel 2021, con oltre 200 terremoti al giorno e una eruzione che ha durato 85 giorni, ha riacceso la preoccupazione per una possibile frana catastrofica. Tuttavia, un rapporto dell’Istituto Vulcanologico delle Canarie ha rassicurato i cittadini, affermando che affinché una frana di tali dimensioni si verificasse, sarebbero necessarie condizioni eccezionali, come un terremoto di magnitudo estremamente elevata. Nonostante ciò, la domanda rimane: se queste condizioni si verificassero, quali potrebbero essere le conseguenze?
Secondo Marco Neri, sebbene un fenomeno del genere non sia impossibile, è importante fare distinzione tra i tsunami generati da terremoti sottomarini e quelli causati da eruzioni vulcaniche. In un terremoto marino, l’intero fondale può spostarsi su distanze enormi, generando un enorme tsunami. Nel caso di un’eruzione come quella di Cumbre Vieja, invece, la frana coinvolgerebbe solo una porzione limitata della montagna, riducendo significativamente la portata dell’onda. Gli tsunami generati da tali eventi tendono a rimanere localizzati attorno al vulcano, senza raggiungere distanze enormi come quelle descritte nella serie.
Nel 2001, un articolo scientifico prevedeva tsunami giganteschi con onde alte fino a 25 metri, sufficienti a distruggere grattacieli come quelli di Manhattan. Tuttavia, queste teorie sono state respinte dal comitato scientifico del PEVOLCA, che ha spiegato che eventi simili causerebbero onde molto più localizzate, capaci di colpire solo le aree vicine al vulcano. Neri sottolinea che, anche se uno tsunami causato da una frana vulcanica potrebbe essere distruttivo per le isole vicine, non avrebbe l’intensità necessaria per colpire le coste europee o americane.
La possibilità che si verifichi un evento simile in futuro è stata studiata in diversi studi scientifici. Un’indagine del 2006 ha suggerito che frane vulcaniche nelle Isole Canarie avvengono in media ogni 100.000 anni. L’ultima frana significativa è avvenuta circa 15.000 anni fa a El Hierro. Tuttavia, gli esperti precisano che non è possibile prevedere con esattezza quando si verificherà un evento del genere, poiché fenomeni come terremoti o eruzioni sono difficili da anticipare.