Settimana scorsa, un gruppo di otto ragazzi autistici avrebbe dovuto trascorrere un pomeriggio al parco avventura di Caldaro con gli operatori della cooperativa TimeAut di Bolzano. Tuttavia, la richiesta è stata respinta dal titolare della struttura per motivi assicurativi. Questo episodio, rimbalzato sui social, ha scatenato forti reazioni e acceso un ampio dibattito sull’inclusione e sulla sicurezza.
Luis Strobl, il gestore del parco avventura, ha difeso la sua decisione affermando che la scelta non è basata su discriminazione, ma sulla sicurezza. “Le attrazioni del parco sono progettate per persone che hanno piena coscienza dei rischi”, ha dichiarato Strobl. “Le norme di partecipazione sono chiare: non possono accedere persone con menomazioni fisiche o psichiche che potrebbero rappresentare un pericolo per sé e per gli altri”. Strobl ha sottolineato che, in passato, ci sono stati incidenti gravi che hanno messo a rischio la sicurezza dei partecipanti, e ha aggiunto che la struttura è sempre stata accogliente verso le persone disabili, offrendo anche ingressi gratuiti. Tuttavia, ha ribadito che il rispetto delle regole di sicurezza è prioritario.
La madre di uno dei ragazzi, ha espresso la sua frustrazione per il rifiuto del parco. “Non ritengo giusto che abbiano negato l’accesso ai nostri figli basandosi su motivazioni poco plausibili come l’assicurazione”. Ha criticato la decisione come esclusione e discriminazione, evidenziando che la liberatoria firmata dai genitori avrebbe trasferito la responsabilità e che operatori esperti avrebbero potuto gestire situazioni critiche. Secondo la donna, negare l’accesso senza una valutazione individuale è un atto di ignoranza e discriminazione, e ha chiesto che si parli di quanto accaduto.
Giorgia Mattiello, operatrice della cooperativa TimeAut, ha cercato di mantenere un tono conciliatorio. “Siamo dispiaciuti per la situazione”, ha affermato. “Il regolamento del parco avventura esclude le persone con disabilità intellettiva per questioni assicurative, e comprendiamo che i genitori possano sentirsi discriminati”. Mattiello ha suggerito che il gestore avrebbe potuto gestire la situazione con maggiore empatia e chiarezza. La cooperativa spera che l’episodio possa servire da lezione per promuovere una maggiore inclusione e abbattere lo stigma riguardante le disabilità.
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