Un tempio arabo di duemila anni fa giace sommerso sotto il mare di Pozzuoli, vicino a Napoli. Il tempio fu probabilmente costruito da immigrati provenienti da Nabataea, un antico regno arabo, noto ai turisti di oggi poi resti di Petra, in Giordania.
Lo conferma un comunicato della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli.
“La presenza dei Nabatei a Puteoli era nota da tempo grazie al rinvenimento di iscrizioni in lingua nabatea e al recupero in mare, sin dal XVIII secolo, di altari e basi con dedica, in latino, al dio Dusares. “Grazie alle attuali ricognizioni in corso lungo la Ripa Puteolana è stato possibile localizzare con precisione il luogo d’origine di questi materiali sacri, al centro del vicus Lartidianus: si tratta di un vero e proprio tempio sommerso, unico santuario nabateo finora noto al di fuori della madrepatria, decorato con abbondante marmo di Luni.
“Sul fondo del mare sono visibili due grandi altari con fori di incasso per betili aniconici, simile ma non uguale a quello già visibile presso il Museo Archeologico Nazionale dei Campi Flegrei presso il Castello di Baia, insieme a una base di dimensioni minori, e a lastre iscritte. Ovunque, il testo si ripete uguale: Dusari sacrum”.
Nabataea è nota per le iconiche strutture scolcise nella roccia di Petra, tra cui il Tesoro, notoriamente presente in “Indiana Jones e l’ultima crociata”.
Il regno nabateo un tempo controllava una rete commerciale che si estendeva dall’Arabia settentrionale al Mediterraneo, trattando incenso, oro, avorio e profumi.
La loro ricchezza raggiunse il picco nel primo secolo d.C., esemplificata dal Tesoro di Petra.
Il tempio, che si pensa fosse stato utilizzato dai commercianti nabatei, fu successivamente sepolto sotto cemento e ceramica, forse a causa della la partenza dei commercianti dall’area, secondo uno studio pubblicato su Antiquity il 12 settembre.
Lo studente Michele Stefanile con la Scuola Superiore Meridionale in Italia ha iniziato lo studio subacqueo nel 2021 per cercare nell’area.
“Quando ero studente, ha detto Stefanile a Jasmine Baehr di Fox News, sono rimasto colpito dalla presenza di un po’ di materiale nabateo trovato da qualche parte nel mare a Puteoli dal XVIII secolo, e sono rimasto anche stupito dal fatto che nessuno abbia davvero organizzato una caccia a questa impressionante testimonianza storica”.
Michele Stefanile è archeologo marittimo presso la Graduate Southern School di Napoli a Fox News Digital.
Il tempio si trova vicino a Pozzuoli, a circa 15 km a est di Napoli.
Durante l’epoca romana, Pozzuoli era conosciuta come Puteoli e fungeva da porto commerciale.
Nel 2023, i ricercatori che mappavano il fondo marino hanno scoperto due stanze sommerse con pareti in stile romano. Le stanze, di circa 32 per 16 piedi, contenevano due altari di marmo bianco, ciascuno con rientranze rettangolari che probabilmente contenevano pietre sacre.
“Sembra che abbiamo un edificio dedicato agli dei nabatei, ma con architettura romana e iscrizioni latine”, ha detto Stefanile a Live Science.
Le lastre di marmo nelle stanze erano scritte in latino con la frase “Dusari sacrum”, che significa “consacrato a Dushara”, la divinità del popolo Nabateo.
L’attività vulcanica nel corso dei secoli ha sommerso circa 2 km di edifici di epoca romana vicino a Pozzuoli, compresi magazzini e altre strutture dell’antico porto.
I manufatti recuperati dal XVIII secolo suggerivano che un tempio potesse essere sepolto lì, ma la sua posizione esatta era sconosciuta fino ad ora.
“Forse dopo la conquista dell’Arabia da parte di Traiano nel 106 d.C., i Nabatei non avevano più possibilità di libero scambio a Puteoli, e forse abbandonarono il porto”, ha detto Stefanile a Live Science.
Dopo che la Nabataea fu annessa all’Impero Romano nel 106 d.C., le rotte commerciali interno controllate dai Nabatei crollarono.
Il tempio di Puteoli potrebbe essere stato sepolto in risposta a questi cambiamenti.
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