A Valencia e nella sua provincia si continua a scavare senza sosta alla ricerca dei dispersi provocato dall’alluvione Dana. Al momento le vittime sono più di 200. La cifra però sicuramente aumenterà e di molto. Sono infatti circa 2mila le persone di cui è stata segnalata la scomparsa in quello che si preannuncia una delle più grandi catastrofi naturali che l’Europa abbia avuto negli ultimi decenni.
E in questo scenario apocalittico ci sono anche delle buone notizie. Una donna è stata ritrovata viva ed è stata salvata dopo aver trascorso tre giorni intrappolata in un’auto abbandonata in fondo a un sottopassaggio a Benetússer, uno dei centri più colpiti dalle inondazioni che si trova nei dintorni di Valencia. La donna è stata trovata oggi, sabato 2 novembre, grazie alle sue urla disperate.
“Quel parcheggio è un cimitero”. Sono invece queste le prime parole dei sommozzatori militari della Ume che sono riusciti a entrare nel parcheggio sotterraneo, totalmente allagato, dell’enorme centro commerciale Bonaire, nei pressi della città di Aldaya. Nel momento dell’inondazione, martedì pomeriggio, i negozi di abbigliamento, i ristoranti e i cinema erano aperti e in zona c’erano centinaia di persone. Anche qui il livello dell’acqua è salito fino a tre metri, e il parking, con 5.700 posti disponibili, è diventato una vera trappola mortale. Secondo fonti dei soccorsi, citate dal giornale eldiario.es, le vittime possono essere “incalcolabili”.
Ironia macabra della sorte, come si legge nel sito del Bonaire, il parking trasformato martedì in una trappola mortale era “gratis e a tempo illimitato”. Anche l’accesso dalle scale mobili al centro commerciale è completamente devastato, bloccato non solo dall’acqua ma anche dai resti e dai detriti portati dalla violenza della piena. Anche uscire da là era impossibile. Secondo la stampa locale, questo parcheggio è uno dei punti di maggiore preoccupazione delle squadre di soccorso. Ancora non ci sono notizie ufficiali ma è trapelato che dentro ci sarebbero molti corpi. Insieme ai sub che lavorano in condizioni di grandissima difficoltà, sul luogo anche i vigili del fuoco che con le loro pompe stanno lavorando senza sosta per svuotare il parcheggio dall’acqua.
Pedro Sanchez, il premier spagnolo, ha intanto parlato del dramma che sta vivendo il suo paese dichiarando di aver inviato nella Comunità Valenciana 10mila tra soldati e forze di polizia. La più grande mobilitazione di soldati in tempo di pace che la Spagna abbia attuato, ha spiegato Sanchez. Che ha inoltre autorizzato i comuni a spendere i soldi che hanno a disposizione per la ricostruzione. E mentre continuano ad esserci comuni dell’area metropolitana di Valencia completamente isolati e senza elettricità, con i sindaci che lanciano appelli, sul piano prettamente politico proseguono le polemiche per il mancato allarme emanato dal presidente della Regione di Valencia Carlos Mazón del Partito popolare. Polemiche a cui però il premier non ha voluto dare seguito, autorizzando la regione a continuare a gestire i soccorsi sul luogo.
C’è poi l’enorme mobilitazione di popolo, quella degli angeli del fango. Erano stati convocati dal governo regionale alle 7 del mattino alla Ciudad de las Artes di Valencia dove la Protezione civile coordina l’intervento dei soccorsi nelle zone colpite dalla catastrofe, ma a quell’ora erano già in centinaia in fila, un’ora dopo sono divenuti migliaia. Sono questi i numeri dei volontari di ogni età accorsi dall’intera regione e da molte parti della Spagna, divisi in interminabili file, in disciplinata attesa di passare all’interno del complesso dove i responsabili dell’organizzazione distribuiscono magliette per l’identificazione, mascherine, guanti, pale, spazzoloni e secchi a chi non ne è munito, per poi dividerli in squadre di 50 persone.
Le brigate, coordinate da un membro della Protezione Civile, sono poi trasferite ai municipi da martedì in ginocchio per la Dana più letale del secolo, come Sadavi, Alfafar o Catarroja e che ha finora provocato almeno 202 morti accertati. Portano taniche d’acqua e borse di viveri da distribuire alle popolazioni colpite. I 50 autobus previsti dalla Regione risultano subito insufficienti per la marea di solidarietà accorsa a prestare aiuto.
“Si tratta di coordinare gli aiuti per non intralciare i lavori di squadre di emergenza, esercito e protezione civile”, spiega Miguel Salvador, responsabile del coordinamento dell’amministrazione regionale. “E’ importante un minimo di coordinamento, altrimenti rischiamo di alimentare il caos”, dice. In processione almeno sei o settemila angeli del fango, stimano i coordinatori.
Per mostrare l’entità della distruzione, Fanpage ha realizzato un filmato a Paiporta, comune di 23mila abitanti epicentro del disastro. Qui ci sono stati 62 morti, un terzo del totale. Devastati anche i cimiteri della cittadina. A seguire anche un secondo video che mostra altre immagini drammatiche.
La Generalitat valenziana ha limitato la circolazione nei comuni della cintura sud colpiti dalla catastrofe, per evitare il collasso del traffico e consentire il passaggio dei mezzi di emergenza e dell’esercito. Dalla mattina di oggi, sabato 2 novembre, su richiesta del governatore di Valencia Carlos Mazon, sono in tutto 3mila i militari impegnati a scavare nel fango per rimuovere le montagne di veicoli e detriti che bloccano interi quartieri e nelle ricerche dei dispersi in attesa dell’arrivo degli altri annunciati dal premier. Il ministero dell’Interno ha invece mobilitato oltre 4.470 agenti di polizia e guardia civile. I militari con i mezzi pesanti dell’Unità di emergenze dell’esercito che erano già presenti in zona, nella notte hanno drenato l’acqua che invade centinaia di garage, alla ricerca di eventuali vittime o dispersi.
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