Berlusconi-Renzi, il patto (segreto) del Nazareno. La storia modello Dagospia

ROMA – L’incipit, più piattamente l’incomincio, come si dice a Roma, è secco: “Fermi tutti! Dagospia vi svela il Patto del Nazareno”. Svela, quindi vuol dire che ciò che segue era segreto prima dello svelamento.

Prima rivelazione: il patto “prevede che i senatori forzisti escano dall’aula al momento opportuno, in modo da evitare voti che autorizzerebbero a parlare di nuove maggioranze di governo, con coda incontrollabile di passaggio da Napolitano”. Davvero astuto il patto e preveggente, infatti l’incontro del Nazareno, sede del Pd, è avvenuto svariati mesi fa, quando ancora non c’erano né la delega sul lavoro, né il dibattito sull’articolo 18, né la divisione all’interno del Pd, né l’eventualità di voti difformi in Parlamento e neanche un calendario della riforma del lavoro in Parlamento. Ma Berlusconi e Renzi hanno vista d’aquila e già sapevano tutto, e tutto avevano già patteggiato.

Secondo punto del patto, “approvata l’eliminazione dell’articolo 18 Re Giorgio potrà dimettersi. Renzi e il Banana sono d’accordo per far elegger Anna Finocchiaro, artefice della legge sul Senato e sponsorizzata da Gianni Letta”. Altra rivelazione, rivelazione che finalmente dà corpo a quello che Napolitano avrà detto almeno una ventina di volte in altrettante sedi pubbliche, “considererò chiuso il mio mandato quando le riforme saranno state fatte”.

C’è poi lo scoop politico dell’accordo per fa eleggere la Finocchiaro, letteralmente “artefice della legge sul Senato”. Legge che, per non far trapelare il patto, la stessa Finocchiaro ha fortemente avversato dentro il Pd, schierandosi contro le tesi di Renzi sul Senato, anche questo almeno una trentina di volte su tutti i giornali.

“Non poteva mancare un accordo sulla riforma della magistratura, dopo la responsabilità civile delle toghe, l’obiettivo finale è la separazione della carriere”.

“Infine la tv, l’accordo è quello di non farsi concorrenza su ingaggi e acquisti, in modo da tenere sotto controllo le spese del duopolio Raiset, rigidamente sotto controllo. Berlusconi vuole la presidenza Rai ma Pilati non convince il partito Mediaset, al posto di Gubitosi si scalda Campo Dall’Orto parcheggiato da Pitti Bimbo alle Poste”.

Sulla tv, sugli incarichi di sottogoverno, Dagospia è mediamente ben informato, quindi, forse, sul “duopolio raiset”… Per quanto riguarda la politica e i fatti politici che segnano la storia di un Paese, c’è una storia modello Dagospia, diciamo così, un po’ semplificata.

La foto che accompagna il pezzo di Dagospia
La foto che accompagna il pezzo di Dagospia

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