Dagospia: rissa Mara Carfagna-Nunzia De Girolamo a casa Berlusconi

La rissa Carfagna De Girolamo secondo Dagospia
La rissa Carfagna De Girolamo secondo Dagospia

ROMA – Una vera e propria rissa. Da una parte il ministro Nunzia De Girolamo, dall’altra Mara Carfagna. Il ring è quello di Palazzo Grazioli e arbitro improvvisato e infastidito del match Francesca Pascale.

Succede, secondo quanto racconta Dagospia, nella serata del 2 ottobre a Palazzo Grazioli. Il Pdl è spaccato e la situazione è tesa. Scoppia la lite che Dagospia racconta così:

E’ successo, stando alle indiscrezioni, che Mara e Nunzia, la salernitana e la beneventana, il “falco” e la “colomba”, sarebbero venute alle mani davanti allo stato maggiore del partito al culmine di una riunione al calor bianco. “Traditrice!” è stato l’unico insulto riferibile pronunciato da Mara nei confronti di Nunzia, che avrebbe risposto molto duramente ricordando con parole e concetti coloriti l’amicizia tra la Carfagna e Italo Bocchino ai tempi della scissione finiana.

Una rissa vera e propria, con Berlusconi che tentava invano di calmare le acque; una zuffa interrotta dalla Pascale furiosa che ha minacciato di sguinzagliare Dudù prima del fatidico: “Ora fuori tutti!”. Fin qui la nota di colore.

Ma alla radice dello scontro fisico ci sarebbe stato anche un motivo politico. I falchi, rappresentati da Carfagna, avrebbero voluto un rimpasto di governo. Scrive Sempre Dagospia:

Dentro Mara Carfagna e Daniele Capezzone, fuori Gaetano Quagliariello e Beatrice Lorenzin. In questo modo, la componente “forzista” si sarebbe sentita nuovamente rappresentata al governo, dove attualmente ci sono cinque alfaniani su cinque ministri Pdl. Ma la situazione è degenerata e di rimpasto non si è più parlato.

Carfagna e De Girolamo smentiscono. “Smentiamo categoricamente, perche’ infondata e palesemente falsa, la ricostruzione pubblicata da Dagospia. In questo momento delicato della vita del nostro movimento politico a prevalere sono il dialogo e il confronto, anche serrato, su idee e prospettive, non di certo le intemperanze e gli eccessi che, per altro, non ci appartengono”.

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