NAYPYIDAW (BIRMANIA) – Ma Aung San Suu Kyi, paladina dei diritti umani e Nobel per la Pace, era più libera quando era la più famosa prigioniera politica del mondo? Forse no, ma certo ora, nei panni di candidata alla presidenza della Birmania, è assediata da chi la contesta, accusandola di essersi troppo sporcata le mani con le manovre della politica e di aver accettato troppi compromessi con gli eredi di una dittatura che ha brutalmente governato il Paese per mezzo secolo. Alla fine del congresso della Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito di Suu Kyi, favorito alle elezioni del 2015, Raimondo Bultrini di Repubblica è riuscito a intervistarla. Sandra Zampa del Pd, portavoce di Romano Prodi, è stata in Birmania è ha incontrato Aung San Suu Kyi, ammirandone il pragmatismo, la scelta di una transizione dolce fra la dittatura e la democrazia che è stata la stessa fatta da altre nazioni nel passato.