In un futuro non così lontano il nostro Paese rischia di restare a piedi, letteralmente. Potrebbe, infatti, diventare sempre più difficile trovare un mezzo pubblico, costruire nuovi palazzi o grandi opere, far circolare i treni o contare su una rete elettrica in linea con le esigenze della transizione ecologica. Non tanto per mancanza di investimenti, quanto per la carenza di personale che molti di questi settori stanno sperimentando.
Da una parte abbiamo le aziende: il 75% delle offerte di lavoro riguardano profili professionali attinenti a mansioni tecnico-pratiche, come evidenzia il Centro Studi di Distretto Italia, un progetto del Consorzio ELIS, promosso nell’ambito della presidenza di Autostrade per l’Italia, che vede la partecipazione di 56 soggetti, tra grandi imprese operanti nel nostro Paese, agenzie del lavoro e altri enti, con l’obiettivo di ridurre gli appuntamenti mancati tra lavoro e giovani.
Dall’altra parte, invece, troviamo proprio questi ultimi: quasi la metà degli studenti delle superiori (49%), secondo una ricerca dello stesso Centro Studi realizzata da Skuola.net, scarta a priori l’ipotesi di svolgere professioni di tipo tecnico o manuale. La maggior parte si indirizzano verso percorsi liceali e, successivamente, studi accademici spesso di carattere teorico, contribuendo ad ampliare il divario tra la richiesta delle aziende per profili tecnici e giovani che non trovano un impiego perché non sono adeguatamente formati.
Ci sono poi alcuni settori che soffrono più di altri: trasporti, costruzioni, meccanica, elettronica, meccatronica, information technology, retail e telecomunicazioni. Da cui deriva una lunga lista di profili introvabili: ecco i primi 10 in ordine di “rarità”.
Nonostante i progressi della guida autonoma, servono ancora esseri umani alla guida dei mezzi pubblici. A patto di riuscire a convincere nuove leve: guidatori e guidatrici di autobus, tram, metropolitane sono ormai introvabili.
Oltre ad avere i mezzi che solcano le strade, bisogna anche costruirle. Anche a questo serve la figura del carpentiere. Si tratta di un mestiere ad alta specializzazione del mondo delle costruzioni che richiede di interpretare disegni tecnici, di utilizzare attrezzature specializzate, di realizzare impalcature, di lavorare con elementi metallici.
In un paese come l’Italia, le linee ferroviarie rappresentano un punto di eccellenza che va sviluppato e manutenuto con figure che si occupino dell’Armamento Ferroviario: maghi della saldatura che fanno parte delle squadre che realizzano e mantengono in sicurezza binari e affini.
Uno dei mestieri che ci riporta all’infanzia: chi non ha mai costruito un castello di sabbia o giocato con ruspe ed escavatori giocattolo? Questi “strumenti”, però, possono rappresentare una solida opportunità anche per i più grandi, visto che scarseggia personale qualificato in grado di manovrarli nei cantieri, di eseguire movimenti di terreno al loro interno, di curarne la manutenzione ordinaria.
Un mestiere storico e di cui ancora oggi si sente una gran necessità: colui o colei in grado di condurre i treni alla propria destinazione, nel rispetto degli orari di partenza e di arrivo. Svolgendo il proprio compito in collaborazione con il capotreno e con la sala operativa.
Una sala operativa che svolge operazioni non banali quanto fondamentali, visto che chi si occupa di segnalamento ferroviario deve essere in grado di operare nell’ambito dell’ERTMS (European Rail Traffic Management System), lo standard che permette oggi ai treni dei vari paesi di circolare liberamente su tutta la rete continentale.
Un mestiere figlio di questi tempi. Si tratta dei professionisti e delle professioniste che, materialmente, devono “allenare” i sistemi basati sull’intelligenza artificiale per avvicinarsi al ragionamento e al linguaggio umani (il cosiddetto machine learning). Queste risorse saranno sempre più ricercate dalle aziende che sviluppano nuove generazioni di AI o che hanno necessità di avviare internamente una trasformazione digitale di processi e servizi.
Una figura chiave per qualsiasi cantiere, il “regista” in campo, che ha le competenze tecniche per lavorare in sicurezza, coordinando il personale specializzato. Per questo, chi la riveste, deve conoscere i metodi di lavoro, i materiali e le tecnologie utilizzate per realizzare le opere. Dando anche supporto nella gestione amministrativa del progetto, con un occhio al cronoprogramma dei lavori.
Ovvero chi, tramite software specifici, tenga sotto controllo le previsioni di costo delle lavorazioni previste e ne monitori l’effettiva spesa, affiancando la direzione di cantiere nelle attività di programmazione e di gestione.
Come accade nelle case dei comuni cittadini, così anche nelle imprese non è semplice reperire elettricisti. In particolare l’impiantista elettrico, colui che si occupa della manutenzione ordinaria e degli interventi straordinari su impianti di distribuzione a bassa e media tensione, civili e industriali. Garantendo l’approvvigionamento di energia ad abitazioni e ambienti di lavoro.
La soluzione a questo deserto di competenze non sarebbe nemmeno così impossibile da praticare: molte di queste professioni sarebbero accessibili combinando un diploma, anche liceale in alcuni casi, con un corso di formazione intensivo di qualche settimana. Come hanno fatto, ad esempio, le aziende di Distretto Italia lanciando le “Scuole dei Mestieri”, ambiti tematici che si articolano in diversi corsi nei settori trasporti e mobilità, grandi opere, energia e dati, gestione store, tecnologie digitali e intelligenza artificiale. Percorsi professionalizzanti che rimandano alla bottega rinascimentale, con cui le imprese consorziate mirano proprio a “creare” autonomamente le risorse di cui hanno bisogno.
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