Un aiuto una tantum, valido per 3 o 4 pieni di benzina: come funziona davvero il bonus carburanti concesso dal Governo Meloni.
Ad aprile scorso il ministro Giorgetti mise le mani avanti: “Il prezzo della benzina non dipende dal Governo…“, ma intanto l’esecutivo ha tagliato quasi tutti i bonus carburanti previsti prima del suo insediamento. Le forze di Governo hanno voluto comunque evitare un altro taglio: quello sulle accise. Quindi nessuna riduzione delle tasse su benzina e diesel, malgrado le promesse fatte sia dal partito della Meloni che da quello di Salvini in campagna elettorale.
La situazione è questa: fino al 2023 molti lavoratori dipendenti avevano potuto sfruttare un bonus benzina sotto forma di buoni. Poi, il Governo ha scelto di cambiare le carte in tavola e di modificare l’aiuto. I buoni sono ancora previsti, ma solamente se inseriti dalle aziende all’interno del welfare aziendale o dei fringe benefit. Così facendo, la misura si annulla, andando a mischiarsi con gli altri benefit previsti (sempre nel rispetto del limite di 1.000 euro annui previsto per il 2024, o di 2.000 per i lavoratori con figli).
L’aiuto chiamato bonus carburanti raggiunge i 200 euro ed è valido soltanto per i lavoratori dipendenti del settore privato con reddito inferiore lordo ai 35.000. I soldi arrivano in busta paga, una volta all’anno. Così ha previsto il Decreto Aiuti. Quindi dipende dal datore di lavoro, che può o non può riconoscere ai dipendenti il voucher una tantum destinato all’acquisto di benzina o gasolio tramite una tassazione agevolata.
La misura è stata criticata per più ragioni. Il bonus non è infatti automatico e in più escluse le amministrazioni pubbliche. Con 200 euro di voucher è poi possibile fare 3 pieni. Al massimo 4, se il prezzo del carburante scende al minimo. Quest’anno gli automobilisti hanno assistito a lievi cali del prezzo del carburante, soprattutto della benzina. Ma il tutto è durato troppo poco per poter avere un reale impatto positivo sulle tasche degli italiani.
Come anticipato, l’ultima Legge di Bilancio ha fissato per quest’anno le nuove soglie di fringe benefit a 2.000 euro per i dipendenti con figli e a 1.000 euro per tutti gli altri. Ma non c’è vincolo legale da parte del datore di lavoro: l’azienda può quindi tranquillamente evitare di corrispondere il bonus carburanti.
Il Governo di Giorgia Meloni nicchia. E questo nonostante il fatto che la proposta di un taglio delle accise sia stata una delle battaglie portate avanti con più passione dall’attuale premier. Il vero e proprio bonus benzina confermato dal Governo anche per il 2024 è l’aiuto corrisposto alle fasce più deboli della popolazione. Sarà valido fino a febbraio 2025. E poi? E poi non si sa… Intanto, però, le famiglie con un ISEE inferiore ai 15.000 euro possono ricevere il bonus benzina tramite la Carta Dedicata a te.
Secondo uno studio di Assutenti del febbraio scorso, il prezzo del rifornimento, in modalità servito, ha già sfondato il tetto dei 2,5 euro al litro in alcuni distributori italiani. Ad agosto, in prossimità del controesodo, c’è stato un calo un po’ più significativo, ma la situazione resta molto delicata.
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