Si chiama “Ripartenza”, in realtà è un check up; ovvero una valutazione sullo stato di salute del Belpaese. A Milano, Palazzo Castiglioni (giovedì 30 gennaio) si affrontano i temi della economia, della cultura e della politica coinvolgendo i grandi players italiani. La kermesse, ideata da Nicola Porro, è giunta alla ottava edizione. Titolo completo: ”La Ripartenza, liberi di pensare”.
Particolarmente sentito il tema del nucleare visto che è pronto il ddl per le centrali. Insomma, l’Italia chiude il carbone e accende l’atomo di ultima generazione. Ci siamo. La prossima settimana va al Consiglio dei ministri la nuova legge. Parola del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il Parlamento, probabilmente entro quest’anno, darà al governo la delega per introdurre il nucleare di nuova generazione.
Nucleare, strada obbligata
Il ritorno dell’Italia alla energia nucleare non è un capriccio e nemmeno una boutade politica, ma una esigenza per tutto il Paese. Lo certifica l’ultima analisi dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha lanciato un allarme significativo: ”Il caro energia può far salire le bollette delle imprese di 14 miliardi e non c’è nessuna alternativa”. Rischiano le stangate più pesanti le aziende di Lombardia, Emilia e Veneto. Per questo a Milano ne pareranno i big del settore: Daniela Gentile (amministratrice delegata di Ansaldo Nucleare) con Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel e gli amministratori delegati di ENI (Claudio Descalzi) e di Axpo Italia (Simone Demarchi); sarà presente anche Riccardo Toto, direttore generale di Renexia (pale eoliche). Chiuderà la giornata il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Dipendenza energetica, Italia al top
In Europa la riduzione della dipendenza energetica è centrale per poter affrontare i temi della competitività e della crescita. E’ vero che in Italia, grazie allo sviluppo delle fonti rinnovabili, si registra un calo della dipendenza; ma è altrettanto vero che l’Italia è comunque sopra la media europea. Lo rivela il rapporto realizzato da SRM- Intesa San Paolo insieme al Politecnico di Torino. Il 58,3% del fabbisogno energetico europeo dipende dalle importazioni, mentre il dato scende al 20% per la Cina ed è pari a zero per gli Stati Uniti che sono totalmente autosufficienti nella produzione. All’interno del panorama europeo, l’Italia è il Paese con il maggior grado di dipendenza energetica pari al 74,8%, ben sopra la media europea.
L’Italia è decisa a chiudere col passato quando nel 1987 un discutibile referendum decretò la fine del nucleare civile in Italia. Decisione poi confermata nel 2011. E pensare che di quella tecnologia eravamo tra i paesi all’avanguardia nel mondo e che, da allora, abbiamo importato a piene mani energia atomica dalla vicina Francia, come se le conseguenze di un eventuale incidente non arrivassero a Torino prima che a Parigi. Ora però il governo ha innestato la retromarcia. Il nucleare sostenibile di quarta generazione oggi rappresenta una delle fonti energetiche più efficienti, sicure e pulite. Ma i tempi sono lunghi. Serviranno almeno 2 anni solo perché il governo emani i decreti legislativi. Al momento la strategia dell’esecutivo e’ tracciata: spingere sulle fonti rinnovabili e favorire i contratti di acquisto a lungo termine.