Abolizione Imu, beffa prima casa: tassa via, su accise benzina dal 2015

Imu prima casa, abolizione beffa: aumento accise benzina dal 2015
Imu prima casa, abolizione beffa: aumento accise benzina dal 2015

ROMA – L’abolizione dell’Imu sulla prima casa è come il gioco dell’oca. “Abbiamo tolto la tassa sulla casa“, dice il governo. Peccato che poi la tassa sulla prima casa rispunti: o sotto forma di tassa comunale o, peggio ancora, come nuove accise sulla benzina. Un’abolizione beffa dunque quella dell’Imu, che salva la prima casa ma poi stanga la benzina a partire dal 2015.

Una “clausola di salaguardia”, assicura il governo, con gli aumenti delle accise che potrebbero saltare se la Banca d’Italia riuscisse a trovare altre coperture nel 2014.  Ma lo spettro di nuove accise nel gioco di incastri alla copertura finanziaria, rimane una solida minaccia. Anche le banche e le assicurazioni pagheranno per avere le coperture necessario alla cancellazione della tassa, con gli acconti fiscali che saliranno al 128% nel 2014 e al 127% nel 2015. Aumento poi dell’Ires per le imprese, che passa dal 100% al 101%, spiegano Andrea Bassi e Luca Cifoni su Il Messaggero:

“Anche famiglie e professionisti, oltre alle società, saranno chiamati ad uno sforzo. Quando calcoleranno gli anticipi fiscali sui redditi che prevedono di incassare nel 2014, non potranno dichiarare al Fisco meno del 100% di quanto guadagnato nel 2013. In pratica è come se il governo, per decreto, avesse cancellato la crisi economica. Ma la nota dolente è anche un’altra”.

La vera nota dolente per i contribuenti sarà l’aumento delle accise dal 2015, aumento che servirà per permettere alle banche di tornare a versare acconti “normali” a partire dal 2016. “La benzina è il bancomat dell’esecutivo”, scrivono su Il Messaggero:

“Per poter permettere nel 2016 alle banche di tornare a versare acconti «normali», dal primo gennaio del 2015 al 15 febbraio del 2016, saranno aumentante le accise sulla benzina. Un balzello da 1,5 miliardi di euro. Il caro benzina però, arriverà immediatamente”.

Chiudere la pratica della legge di stabilità poi per il governo non è facile, spiega Roberto Petrini su Repubblica:

“La chiusura delle ultime «pratiche» del 2013 si conferma complicata. Il governo giovedì ha tentato di varare lo stop alla seconda rata Imu ma senza i fabbricati agricoli e senza finanziare gli aumenti di aliquote sulla prima casa messi in atto da molti Municipi (che pretendono il ristoro nel caso in cui scatti la sterilizzazione) nel corso del 2013: in pratica facendoli pagare ai contribuenti e non praticando l’esenzione per tutti. Per risolvere il problema servirebbero 500 milioniche, sommati all’Imu agricola, giungerebbero a 900 milioni. Le coperture già suscitano mal di pancia: le banche verrebbero aumentare l’acconto al 127 per cento e pronto, dal 2015, c’è un aumento delle tasse sulla benzina”.

Le accise sulla benzina sembrano per il governo la risposta, spiega ancora Marco Mobili sul Sole 24 Ore:

“Per quanto riguarda gli aumenti delle accise su benzina e gasoli, mirano a “determinare maggiori entrate nette non inferiori pari a 1.505 milioni di euro per l’anno 2015 ed a 42,2 milioni di euro per l’anno 2016″. Il ritocco delle accise sui carburanti, però, è al momento considerato in una clausola di salvaguardia nell’ipotesi che nel 2014 non arrivino le risorse attese dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia. I tecnici del ministero, tra l’altro, stanno lavorando per trovare la copertura mancante attraverso un mix di misure che possa scongiurare l’aumento sui carburanti. L’operazione sulle quote di Bankitalia dovrebbe essere approvata in parallelo martedì prossimo, ma gli incassi attesi potranno arrivare solo nel 2014”.

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