Abusivismo, l’arcipelago sommerso delle “case fantasma”: in Italia 2 milioni

Che l’abusivismo in Italia sia una regola lo dice un numero: due milioni di “immobili fantasma”.

Ed è proprio questo il dato che emerge dall’indagine condotta dall’Agenzia del Territorio, che ha cominciato ad investigare a partire dal 2007: l’obiettivo prefissato era quello di far venire a galla tutti gli edifici che non erano inseriti nelle liste del Catasto.

Era un compito arduo quello di far emergere tutti gli stabili irregolari, e per questo l’Agenzia si è dovuta avvalere dell’aiuto dell’Agea (l’Agenzia per le erogazioni all’agricoltura). Il metodo di indagine è stato accurato: infatti i due enti hanno utilizzato la tecnica dell’aerofotogrammetria, ovvero la sovrapposizione di foto scattate dall’alto con le mappe catastali.

Nei tre anni di ricerche sono venute fuori 2.076.250 “particelle” con fabbricati “fuori mappa”. Data la loro condizione di “clandestinità”, questi edifici sono sfuggiti al Catasto e ai Comuni, dunque hanno eluso le tasse. Un esercito di case occulte che rischia, almeno in teoria, la demolizione.

Di questi 2 milioni una buona metà non andrebbe comunque iscritta al Catasto, visto che si tratta di tettoie, rovine o edifici in costruzione; ma è altrettanto vero che il restante 50% è recuperato alla tassazione. La verifica effettuata dall’agenzia del Territorio ha consentito di accatastare 262.091 unità immobiliari urbane, per una rendita catastale di circa 145 milioni di euro.

E non finisce qui: infatti i Comuni, man mano che l’Agenzia terminava i controlli sulla propria area di competenza, inviavano ai proprietari un invito ad accatastare l’immobile. Gli adempimenti spontanei sono stati  409.546, per un totale di 192 milioni di euro di rendita.

Come si può notare, il “recupero alla legalità” di queste case non ha significato solo una vittoria dal punto di vista fiscale, ma ha segnato un successo anche per quanto riguarda la legalità urbanistica. Infatti l’Agenzia ha messo a disposizione il proprio sito per consentire ai proprietari di verificare se i loro stabili fossero in regola o meno.

La maggior parte degli edifici “rimessi in carreggiata” sono abitazioni (il 33% del totale); seguono magazzini (28%) e garage (23%).

Ma non sarà facile “convincere” tutti i proprietari “abusivi” a piegarsi alla legge: lo spauracchio non sono le tasse da pagare ma il rischio di incorrere nelle sanzioni legate all’abusivismo edilizio. Forse sperano ancora in qualche condono.

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