Acqua e siccità , prepariamoci ad una estate “estrema”. Lo dice uno studio della Commissione europea; lo confermano quanti ogni giorno sono sul Po (quorum ego).
Ci avviamo verso una stagione problematica a causa della mancanza di acqua. Poche precipitazioni, compresa la neve che dovrebbe fare da riserva per il lungo periodo. Si annuncia una estate che sarà arida in gran parte dell’Europa. Nel rapporto UE si raccomandano un attento monitoraggio e un uso appropriato dell’acqua.
CROLLA LA PRODUZIONE GREEN
Nei primi due mesi del 2023 c’è stato un calo del 16,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. È una Caporetto green: male eolico, geotermico e biomasse; tiene solo il fotovoltaico. Il crollo dell’idroelettrico è legato alla siccità che negli ultimi 2 anni ha flagellato il nostro Paese. Nel 2022 è caduto il 30% in meno di pioggia rispetto al trentennio 1991-2020. E riempire gli invasi è diventato un problema in tutta Italia.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del Po, l’accumulo idrico nei grandi laghi regolati ( Garda, Maggiore, Como, Iseo, Idro ) è calato del 52%. Se questa non è emergenza, cos’è?
UN COMMISSARIO ANTI SICCITÀ
Lo ha deciso il Governo martedì 21 nel corso della prima Cabina di regia sulla siccità organizzata a Palazzo Chigi. Sono state fissate alcune regole generali, prima fra tutte la nomina di un Commissario Nazionale di cui però non si conosce ancora il nome. Il commissario ha davanti a se’ un problema enorme.
Al primo posto gli investimenti che l’Italia sprecona non ha mai fatto. Abbiamo invasi vecchi, perdite di rete colossali e scarso riuso dei reflui. Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico raggiungono i 56 euro all’anno per abitante. Ma il paese è lontano dalla media europea (82 euro).
IL NODO DEI CONSUMI DI ACQUA
Gli esperti spiegano che la prima cosa da fare è la riduzione dei consumi. Secondo i dati ISTAT dal 2015 al 2019 sono stati prelevati circa 30,4 miliardi di metri cubi di acqua per i principali settori d’uso; il 56% è stato prelevato per l’irrigazione, il 31% per l’uso civile ,il 13% per l’industriale manifatturiero. Il maggiore prelievo d’acqua per uso potabile avviene nel distretto idrografico del Fiume Po.
Ma ciò che preoccupa notevolmente sono le perdite di rete, qualcosa come 157 litri al giorno per abitante. E’ da qui che bisogna cominciare. E snellire la burocrazia, sbloccare invasi e opere relative per arginare le bollette d’acqua salite di 500 euro a famiglia.