Patrimoniale, addizionale Irpef e concordato fiscale nel dl sviluppo?

ROMA – Il decreto legge sviluppo comprenderebbe un concordato fiscale che per le casse del Tesoro vale 5 miliardi di euro. Spunta anche l’ipotesi di un’addizionale Irpef del 5 per mille sulle aliquote più alte. Le proposte sono emerse già nell’incontro di martedì a Palazzo Grazioli tra il premier Silvio Berlsuconi ed i suoi ministri. La proposta porta la firma di Guido Crosetto, noto oppositore del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, e Maurizio Leo, specialista di questioni fiscali.

Il concordato di massa prevede accertamenti fiscali da parte della Guardia di Finanza e l’identificazione degli evasori, che potranno scegliere tra accettare l’invito a pagare quanto chiesto dall’agenzia delle Entrate senza poter contrattare oppure subire le conseguenze di un ulteriore accertamento senza possibilità di sconti. Inoltre non si può parlare di “condono2, perché l’adesione al concordato di massa non cancella i reati. Tra le altre proposte sono al vaglio ci sono un addizionale Irpef del 5 per mille sulle aliquote del 43 per cento, cioè sopra i 75 mila euro, e l’emissione di titoli di Stati a tassi più bassi di quelli di mercato, che sarebbero garantiti dal patrimonio pubblico.

Una patrimoniale “alla  Amato” proposta da Giulio Tremonti che vorrebbe creare un “super- fondo” tramite cui privatizzare o razionalizzare i 1.800 miliardi di euro disponibili dello Stato e vendere i titoli di stato ad acquirenti istituzionali come le banche centrali e il Fondo monetario internazionale, grandi banche ed anche i privati. I privati oltre una certa fascia di reddito sarebbero compratori “obbligati”, perché lo Stato sta pensando a prelievi forzosi dai conti correnti dei cittadini a cui darà in cambio le quote del super-fondo. La soglia di tali contributi forzati è per ora fissati al 3 per cento della ricchezza personale.

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