L’Addizionale Irpef non basterà per salvare i comuni dai tagli

ROMA – Anche se l’addizionale Irpef sarà aumentata il 60 per cento dei comuni non riuscirà a compensare i tagli imposti dal governo nell’ultima manovra correttiva. Secondo una stima dell’Ifel, il centro studi dell’Anci, lo sblocco dell’Irpef fino al massimo dello 0,8 per cento non sarà sufficiente a tamponare la situazione.

Il 60 per cento dei comuni quindi “avranno due alternative: ridurre i servizi ai cittadini abbassando la spesa per gli investimenti, oppure alzare ancora la leva fiscale”, ha spiegato Angelo Rughetti, il segretario generale dell’Associazione dei Comuni italiani. Ciò comporterà un aumento delle tasse, l’innalzamento delle tariffe e un incremento dei prezzi di trasporti pubblici e servizi a domanda individuale.

Il decremento totale sui comuni tra il 2011 e il 2014 sarà del 46,4 per cento rispetto alle risorse che sono state trasferite nel 2010, mentre con la manovra introdotta a ferragosto si avranno tagli per 7,4 miliardi di euro tra il 2011 e il d2013, sempre secondo stime Anci.

Rughetti ha poi sottolineato che “si chiederà un maggiore sforzo ai cittadini, ma non per migliorare i servizi, bensì per recuperare il saldo di bilancio”. Il segretario dell’Anci ha poi spiegato che i criteri di virtuosità dei comuni sono discutibili ed ha annunciato la stesura di una contromanovra “da studiare e approvare nel direttivo dell’Anci di giovedì, per poi proporla al Governo”.

“È giusto anticipare il pareggio di bilancio al 2013 ma bisogna arrivarci con un strada diversa, di crescita economica. Proporremo un fondo di infrastrutture di 5 miliardi l’anno per cinque anni. E poi spingeremo per la dismissioni di partecipazioni azionarie nazionali e locali. Basta tagli ai comuni, sostituiamoli con l’aumento graduale dell’Iva e la tassazione dei capitali scudati”, ha concluso Rughetti.

 

 

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