ROMA – Affittare in nero costerà caro, molto caro. Fino a cento volte l’affitto “dimenticato” per l’esattezza, scrive Gianni Trovati sul Sole 24 Ore. Con il decreto sul federalismo municipale entrato in vigore lo scorso 7 aprile e la cedolare secca, gli evasori che non hanno registrato i contratti di affitto e non hanno iscritto nella dichiarazione dei redditi tutto o parte del canone percepito dai propri inquilini se non si metteranno in regola entro il 6 giugno potranno incappare in sanzioni e penalità ben maggiori rispetto al passato. Il peggio sarà per i “nuovi evasori”: per loro scatteranno multe fino al 400 per cento.
Per fare qualche esempio: per il proprietario di un appartamento che dichiara 20mila euro di reddito all’anno ma non i 12mila euro di affitto percepiti, la multa che gli arriverà sarà di 933 euro. Insomma: se non si è indicato nulla nella dichiarazione dei redditi, la multa che fino a qualche giorno si attestava tra il 120 e il 240 per cento dell’importo non versato, oggi passa ad una cifra tra il 240 e il 480 per cento. Detto in euro, se prima si pagava una multa tra i 15mila e i 31mila euro, oggi la stessa sarà tra i 31mila e i 62mila euro.
Ma non la faranno franca neppure gli onesti a metà. Perché se si è indicato nella sanzione il 50 per cento del canone effettivo, la sanzione passa dal vecchio 100-200 per cento dell’imposta non versata al 200-400 per cento, cioè da i vecchi 6mila-13mila euro agli attuali 13mila-26mila euro.
Un’ultima notazione per i locatori “imprecisi”: i contratti non registrati fedelmente sono nulli. Al loro posto si applica un contratto 4+4 con un canone non superiore al triplo della rendita catastale. Per evitare questa sanzione la misura è semplice: registrare il contratto. Entro e non oltre il 6 giugno.