Agosto Sudden Stop, forse è partito. Cioè? Cioè non ci prestano più un euro

Agosto Sudden Stop 2018, forse è partito. Cioè? Cioè non ci prestano più un euro
Agosto Sudden Stop, forse è partito. Cioè? Cioè non ci prestano più un euro (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Agosto Sudden Stop. Un blocco, un rallentamento stradale nelle autostrade del Sud? Un’iniziativa turistica della bassa Baviera o del Tirolo visto da Vienna? Una marca di birra, un viaggio last minute, un piatto freddo, un integratore alimentare, un’offerta commerciale di quelle che ti sfiniscono al telefono per piazzartele? Acqua, acqua, acquissima…Il Sudden Stop è quando un bel giorno (altro che bello, una rovina) non ti prestano più un euro [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play].

Sudden Stop è quando la banca non ti presta più, il fornitore non ti fa più credito, mamma o papà non anticipano più? No, proprio no. Sudden Stop è molto di più: è quando da un giorno all’altro si azzerano i prestiti esteri ad uno Stato e anche alle sue imprese private. Dura per sempre Sudden Stop? No, di solito un paio di giorni bastano. Al massimo qualche settimana. E il paese, lo Stato, l’economia sottoposti a Sudden Stop si fanno in pochi giorni o settimane talmente male che comunque ne escano (fuori sempre ne vengono) ne escono malissimo.

Sudden Stop a un paese, Stato ed economia si fa quando chi presta e investe denaro perde fiducia, non si fida di quel paese, Stato, economia. O meglio, non solo non si fida, comincia a fidarsi che ci rimette i suoi soldi. A breve e soprattutto alla lunga. Sudden Stop è successo tante volte ai paesi del Sudamerica (tante volte quante quei paesi stampavano pezzi di carta moneta che valeva carta straccia). E’ successo alla Grecia (alla scoperta che imbrogliavano sulle cifre del bilancio pubblico). E’ successo a suo modo anche alla Russia. Forme di Sudden Stop si son viste anche in alcune fasi delle emergenti economie asiatiche.

E allora, a noi che ci frega? Non ha il popolo votato in libere elezioni che non ce ne può fregare di meno? Infatti a livello di governo e opinione pubblica frega nulla. A noi Sudden Stop ci fa un baffo, e poi che sarà, si mangia?

Sudden Stop a noi? A noi intesi come Italia investitori esteri hanno finora prestato 730 miliardi di euro se parliamo di debito pubblico, di Stato. E 740 miliardi di euro se parliamo di obbligazioni emesse da aziende private. Circa 1.500 miliardi di euro di debito italiano in mani estere.

Ad agosto ogni anno succede che chi di mestiere investe risparmio e patrimonio sul pianeta comincia a fare i conti. A fine anno deve presentare ai suoi clienti un rendiconto. E tutti trovano fastidiosa l’idea di dover dire a fine anno che si è andati sotto. Quindi quelli che hanno prestato e prestano miliardi al sistema Italia ad agosto fanno i conti. E li stanno facendo e forse è partito, si è appena avviato un agosto Sudden Stop per l’Italia.

Dio non voglia, ma ci sono indizi. Piccoli, ma indizi. Il Pil italiano 2018 che doveva essere più 1,5% rispetto al 2017 è abbastanza drasticamente previsto a più 1 per cento. Mezzo punto di Pil in meno non è poca cosa. Ma che significa mezzo punto di Pil in meno e abbastanza improvvisamente in meno. Pil cala quando imprenditore non rischia investimento o non rischia assunzione. Pil cala quando commerciante o impresa non fa scorte. Pil cala quando consumatore non  compra. Pil cala quando gente non sa chi alla fine paga il conto.

Il Pil ma non solo. In due giorni, gli ultimi due, Borsa italiana va giù quasi da sola del due per cento il primo dei due giorni e di quasi il due per cento il secondo dei due giorni. Borsa va giù quando odora guai. I dazi, la guerra commerciale Usa-Cina, certo. Ma Borsa Italia sente più puzza di bruciato di chiunque altro. Perché?

Piccoli indizi, ma forse è partito. Forse è partito il leviamo i soldi dall’Italia. Cose come queste partono sempre d’agosto. D’agosto saltò nel 1992 il Sistema monetario europeo. D’agosto bancarotta Russia 1998. D’agosto parte la crisi finanziaria Usa e poi mondiale, ed era il 2007. L’agosto 2011 italiano lo ricordano tutti, quello dello spread a 500 e più.

Forse è partito. Potrebbe essere fermato. Basterebbe che ministro Di Maio non dicesse ogni giorno che Flat Tax, reddito di cittadinanza, quota 100 pensione sono “emergenze sociali da realizzare subito, in Legge Bilancio fine anno”.

Chi presta e ha prestato soldi, miliardi, all’Italia fa due conti: 12,5 miliardi per non aumentare l’Iva, quota cento che costa almeno 5 miliardi l’anno a crescere, 50 circa di flat tax, tra i 20 e i 30 miliardi per il reddito di cittadinanza. Insomma quei cento miliardi di altra spesa, deficit, debito. I più pignoli di quelli che fanno i conti ci mettono anche i due e passa miliardi per l’addio alla Tav (al di là dei teatrini, non si farà più) e qualcosina per il rallentamento del Tap e qualcosona per la nazionalizzazione di fatto (lì si va) di Alitalia ed Ilva. Facciamo 110 miliardi. Basterebbe Di Maio dicesse: proveremo a tirarli fuori in cinque anni. Basterebbe e il Sudden Stop Italia forse già partito si fermerebbe.

Ma Di Maio non lo fa, anzi. Di Maio non lo fa, non ci vuole neanche parlare con il principio di realtà. Lo facesse, non sarebbe più Di Maio, bisogna capirlo e non chiedergli di andare secondo sua natura e intelletto. Di Maio e anche Salvini comunicano a chi ci presta i soldi che Italia spende come gli pare, restituisce se gli pare, fa debito quanto le pare. Con i soldi degli altri. Con i soldi loro, loro perché i 730 miliardi detenuti all’estero sono un terzo del debito pubblico italiano. E chi ci presta i soldi forse ha già cominciato, sta già cominciando a darci uno strattone di briglia da segarci il collo.

Tra i conti che si fanno quelli che ci prestano i miliardi c’è anche, incredibile per noi, quello della credibilità. Quando un ministro del Lavoro, sempre Luigi Di Maio, sventola come conquista e antidoto all’eventuale diminuzione di contratti a termine da Decreto Dignità…Cosa sventola? Un magnifico bonus alle aziende se assumono a tempo indeterminato. Quel bonus altro non è che…la conferma del bonus del governo Gentiloni. Ecco, quando un ministro è così credibile anche questo va nel conto.

Però possiamo fregarcene, fare da soli, reagire alla dittatura dei mercati. Basta obbligare gli italiani a comprare circa 900 miliardi di Btp e Bot. Basta vietare agli italiani di investire e risparmiare in titoli esteri. Basta nazionalizzare le banche e bloccare la circolazione dei capitali. Non è forse il governo de la pacchia è finita?

 

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