AI, IA, intelligenza artificiale: uno dei padri è Tommaso Poggio, nato e cresciuto a Genova. Pochi a Genova e in Italia lo sanno.
Wikipedia lo liquida in poche righe. A Chiara Ferragni venti volte di più.
Il suo lavoro verte, in particolare, sullo sviluppo di un nuovo approccio teorico ai problemi della computer vision ed è considerato, insieme a Marvin Minsky e John McCarthy, tra i padri dell’intelligenza artificiale e delle neuroscienze applicate.
Ora c’è una occasione, dopo la laurea honoris causa in Ingegneria Informatica dell’Università di Pavia del 20 marzo 2000, per conoscerlo meglio. È una bella presentazione di un libro molto scientifico e molto importante, in quel piccolo scrigno prezioso che a Genova è Palazzo Ducale, la sede delle “Letture scientifiche”, nobile, antica, prestigiosa associazione culturale, tutt’ora in azione.
Un titolo che la dice lunga “Cervelli, Menti, Algoritmi”, Sperling & Kupfer e un sottotitolo intrigante: “Il mistero dell’intelligenza naturale, gli enigmi di quella artificiale”.
Ecco l’evento quasi segreto che giovedì prossimo porta in scena l’autore principale di quel libro, Tommaso Poggio, nel mondo scientifico conosciuto come Tommy, un personaggio tanto riservato quanto importante non solo nel suo prestigioso settore di competenza .
Insieme a Marvin Minsky e a Jhon Mac Carty è l’inventore dell’intelligenza artificiale, cioè di quella conquista, che sta per cambiare, e già sta cambiando, la Storia.
Poggio, invitato dalle “Letture”, è uno dei figli di Genova che più illustrano il suo Paese nel mondo in un settore decisivo dello sviluppo scientifico e culturale. Potrebbe vincere il premio Nobel e probabilmente lo ha già sfiorato tante volte.
E’ nato a Genova da una tranquilla famiglia borghese di Castelletto, culla di cervelli, da Montale a Rixi, ha studiato all’ Arecco, la scuola dei padri gesuiti che oggi non esiste più, si è laureato in Fisica nella Università di Genova e poi ha spiccato il volo in un mondo fantastico. Oggi insegna al Massachusettes Institute of Tecnology di Boston, il mitico Mit, e ha altri incarichi di un grande livello.
Dopo la laurea genovese ha lavorato come ricercatore a Tubinga, affermandosi subito come studioso delle neuroscienze. I suoi amici genovesi della generazione post bellica ricordano, anche con un po’ di divertimento, come in quei tempi raccontasse che stava studiando come funzionava il cervello delle formiche.
E come spesso passasse intere giornate in una stanza, solo a pensare cercando collegamenti tra quello che aveva scoperto.
Così è diventato un grande esperto dello studio sulla teoria dell’apprendimento, dei sistemi non lineari, della neuroscienza computazionale. E’ stato subito adottato dai grandi studiosi della materia e ancora giovane è volato a Boston, dove era già ricercatissimo.
Ha continuato a studiare, a ricercare, lavorando al massimo livello possibile, perfezionandosi sul mistero della visione, i meccanismi che ci permettono di vedere, pubblicando oltre 400 studi sulla teoria dell’apprendimento, spiegando i misteri del cervello.
Partendo dal cervello umano non poteva che esserci nel gruppo di chi ha incominciato a studiare il cervello algoritmico, il meccanismo che metteva in campo l’intelligenza artificiale, tanto da diventarne uno dei padri.
Il libro, che ha scritto insieme a Marco Magrini, un fior di giornalista, nato a Firenze e diventato un esperto nella comunicazione scientifica, spiega anche il “passaggio” dall’intelligenza naturale a quella artificiale, che sconvolgerà le nostre vite e quella dell’umanità, come sta succedendo così precipitosamente.
E’ un racconto affascinante e fantastico nel quale ci sono anche le sequenze della sua vita: da giovane studente genovese a scienziato cosi impegnato nelle scommesse più alte della ricerca scientifica. E’ anche il racconto dell’evoluzione della Storia, dell’Uomo, della sua intelligenza, della sua conformazione, dalla formazione dell’universo a quella, appunto del cervello umano.
Il punto di arrivo è l’intelligenza artificiale, i suoi enigmi, quello che si è capito, che hanno capito scienziati come Tommy, dell’intelligenza umana e non solo , un mondo ancora aperto, un mistero dove scienza, conoscenza, coscienza sono al centro di studi sempre più approfonditi, grazie a uomini eccezionali.
Dopo l’apparizione congiunta di algoritmi più sofisticati, di oceaniche basi di dati, di una enorme potenza di calcolo, costruita dai computer ( di cui Poggio racconta la nascita e l’evoluzione), il tentativo di replicare quell’intelligenza naturale umana, ha raggiunto traguardi inaspettati.
Tommaso Poggio racconta come pochi altri gli albori della nuova tecnologia, che come centocinquanta anni fa l’elettricità e qualche decina di anni fa il computer, può trasformare la società, l’economia e la vita quotidiana. Con tanti vantaggi e tanti rischi.
L’appuntamento con lui e con Alberto Diaspro, scienziato genovese, una delle teste pensanti dell’IIT, che modererà questo incontro, è un’occasione unica
Così Genova scoprirà pubblicamente uno dei suoi figli migliori, e anche meno pubblicizzati, in primis da se stesso.
I suoi compagni di scuola e i suoi amici lo hanno seguito negli anni Sessanta, Settanta, da ragazzo-studente, tanto bravo da permettersi di scegliere quanto era meglio approfondire per la sua formazione, con il consenso dei professori, al suo grande percorso nel mondo scientifico, al ruolo di grande ricercatore, alle importanti onorificenze ricevute del mondo scientifico, fino al terzo Millennio.
A Genova , che oggi pullula di “ambasciatori” e di “grifi d’oro”, di personaggi che cercano nella continua visibilità e nelle passerelle mediatiche il proprio effimero successo, servirà forse capire come uno dei suoi figli più importanti e meno conosciuti ha fatto dello studio, del silenzio, della riservatezza un tesoro tanto prezioso e infine utile per l’umanità intera.