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Airbnb non è un albergo, la Francia non può imporgli norme immobiliari. E se lo dice la Corte Ue…

di Redazione Blitz |19 Dicembre 2019 17:15

Airnnb, sponsor Cio Parigi 2024

Airnnb, sponsor Cio Parigi 2024

ROMA – La Francia non può applicare le regole del mercato immobiliare ad Airbnb, che invece offre “un servizio della società dell’informazione” da inquadrare nella direttiva 2000/31 sul commercio elettronico. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue, che ha così rigettato il ricorso presentato dall’associazione francese degli albergatori contro Airbnb Ireland. Secondo i ricorrenti, svolge un’attività di agente immobiliare senza essere titolare della licenza richiesta, violando così la legge francese.

Airbnb fa mediazione, non impone prezzi

La Grande sezione della Corte Ue ha sottolineato la distinzione fra il servizio di mediazione offerto da Airbnb tramite la sua piattaforma web e le prestazioni di alloggio alle quali si collega. Secondo i giudici, il servizio di mediazione non tende unicamente alla realizzazione immediata di prestazioni, ma consiste essenzialmente nella fornitura di uno strumento di presentazione e ricerca degli alloggi messi in affitto, che facilita la conclusione di futuri contratti di locazione.

Di conseguenza, questo tipo di servizio non può essere considerato come un semplice accessorio di un servizio globale di alloggio. Inoltre, la Corte ha sottolineato che un servizio di mediazione come quello fornito da Airbnb non è indispensabile ai fini della realizzazione di prestazioni di alloggio, e non ha rilevato alcun elemento che provi che Airbnb stabilisca o fissi un tetto massimo all’importo degli affitti.

Le altre prestazioni proposte da Airbnb ai locatori, come un’assicurazione per la responsabilità civile, sono quindi da considerare accessorie rispetto al servizio di mediazione fornito. “Accogliamo con favore la sentenza e vogliamo andare avanti, continuare a lavorare con le città per norme chiare che mettano le famiglie e le comunità locali al centro del turismo sostenibile del 21/o secolo. Vogliamo essere buoni partner di tutti e lavoriamo già con oltre 500 governi per aiutare gli ospiti a condividere le loro case, seguendo le regole e pagando le tasse”, ha dichiarato Airbnb in una nota.

Airbnb sponsor olimpico, la rabbia degli albergatori francesi

Prima della sentenza, gli albergatori francesi erano andati su tutte le furie per il fatto che il Comitato olimpico abbia scelto proprio il “nemico” Airbnb come sponsor. Un partnerariato vissuto come un oltraggio e per il quale l’associazione dii categoria medita “sospendere la loro partecipazione” all’organizzazione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Anche la sindaca della capitale francese Anne Hidalgo aveva avvertito il presidente del Cio, attraverso una lettera nella quale denunciava il rischio di aumento degli affitti e la carenza degli alloggi. E del resto la guerra al colosso digitale aveva rappresentato un punto qualificante della politica già dall’inizio del suo mandato. (fonte Ansa)

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