SIENA – La scandalo del Montepaschi di Siena puo’ ricapitare in Italia. A lanciare l’allarme e’ proprio il presidente in carica della banca senese, Alessandro Profumo, dal palcoscenico de La Bagnaia in occasione dell’ottava edizione dell’Osservatorio permanente giovani-editori. Un monito che si lega alle cattive abitudini degli italiani, spesso poco rispettosi delle regole o timorosi di dire le cose come stanno.
E cosi’ il presidente Mps, ammettendo davanti al pubblico di avere un carattere spigoloso e a detta di alcuni ”ingovernabile e ingestibile” proprio perche’ dice le cose come stanno, tuona e mette sul chi va la’ la platea di giovani studenti invitati da Andrea Ceccherini: il problema che ha travolto Mps ”puo’ accadere in altri casi in Italia. Non abbiamo una cultura delle regole, non lo sappiamo fare. E questo e’ sbagliato quando gestisci una qualsiasi organizzazione o azienda, mi da’ molto fastidio la deresponsabilizzazione individuale. Serve la capacita’ di saper dire: ‘queste regole sono sbagliate’ ma per fare bene gli imprenditori bisogna comunque rispettarle”.
In particolare, parlando della precedente gestione su cui la procura di Siena sta indagando sia per lo scandalo dei derivati sia per l’acquisizione di Antonveneta, Profumo ricalca quanto gia’ detto in assemblea al momento della votazione dell’azione di responsabilita’ ai danni di Giuseppe Mussari (ex presidente) e Antonio Vigni (ex dg).
Alcune persone, ha detto, ”hanno deciso di nascondere problemi per mantenere le posizioni (di leadership, ndr), hanno fatto scelte fuori dalle regole, tagliato angoli e nascosto problemi. Hanno sfruttato persone deboli che non avevano il coraggio di dire che certe scelte erano sbagliate”. Al Montepaschi gli ex vertici, ha aggiunto, hanno preso ”scelte sbagliate e in alcuni casi fuori dalle regole”. In particolare, ”mancavano criteri fondamentali di buona governance, fondati su un sistema di check and balances”.
Sull’onda di queste affermazioni il giovane pubblico de La Bagnaia ha quindi colto l’occasione per chiedere se il Monte potra’ salvarsi. E Profumo, con il suo cauto ottimismo, ha risposto: ”pensiamo che riusciremo a farcela”. E la via per rimborsare gli aiuti di Stato, i cosiddetti Monti-bond per oltre 4 miliardi di euro, e’ gia’ scritta: ”bisogna aumentare la redditivita’, tagliando i costi e riqualificando i ricavi”, a questo bisogna aggiungere ”un aumento di capitale e il riposizionamento del gruppo vicino a famiglie e Pmi”.