Alitalia, Air France chiede condizioni rigide: “Stop nuove linee e acquisto aerei”

Alitalia, Air France chiede condizioni rigide: "Stop nuove linee e acquisto aerei"
Alitalia, Air France chiede condizioni rigide: “Stop nuove linee e acquisto aerei”

ROMA  – Occhi puntati su Parigi per capire le sorti dell’aumento di capitale da 300 milioni necessario a ridare ossigeno ad Alitalia. Non è infatti scontato che Air France-Klm decida di partecipare all’operazione, che lunedì 14 ottobre dovrà passare al vaglio dell’assemblea dei soci. Air France-Klm, per l’aiuto chiede “condizioni rigide”: la riduzione del debito, un nuovo piano industriale, garanzie sul nuovo management. Una fonte vicina all’azienda spiega che Air France-Klm chiede in particolare che l’ad Gabriele Del Torchio ‘‘cambi strategia, che rinunci ad aprire delle nuove linee e ad acquistare degli aerei”. 

Quanto richiesto dalla compagnia franco-olandese ha fatto infuriare il ministro delle Infrstrutture Maurizio Lupi che ha SkyTg24 ha dichiarato: “L’Italia non può fare la Cenerentola, è un pilastro fondamentale di questa alleanza”. Lupi ha aggiunto che se Roma non sarà alla pari di Parigi e Amsterdam “noi lavoreremo per il compito che il Governo ha per individuare altre alleanze internazionali”.

Un’incertezza che ha spinto il ministro Maurizio Lupi ad appellarsi ai francesi, esprimendo l’auspicio che partecipino all’aumento ”dimostrando lo stesso interesse che dimostrano i privati”. Ma anche i soci italiani cominciano a tentennare: Intesa SanPaolo, che detiene l’8,85% della compagnia, mette infatti in chiaro di non essere azionista ”di lungo termine”. L’adesione di Air France all’aumento di capitale, secondo indiscrezioni, non sarebbe affatto sicura: il sì di ieri all’aumento espresso dai consiglieri francesi in cda (dopo il ‘no’ del 26 settembre), infatti, non implicherebbe l’effettiva sottoscrizione.

I francesi, che a febbraio hanno già versato 38 milioni per il prestito ponte, ribadiscono da tempo che il loro aiuto è vincolato a ”condizioni rigide”, tra cui la riduzione del debito (superiore al miliardo) e un nuovo piano industriale. Oltre a chiedere garanzie sul nuovo management. Una fonte vicina all’azienda spiega però a Le Monde che Air France-Klm chiede in particolare che l’ad Gabriele Del Torchio ”cambi strategia, che rinunci ad aprire delle nuove linee e ad acquistare degli aerei”. E queste condizioni, sempre secondo Le Monde, ”sembra che stiano per essere soddisfatte”. Dal Gruppo però non arriva nessun commento ufficiale. I francesi, con il 25% di Alitalia, dovrebbero sottoscrivere 75 milioni. Se non partecipassero all’aumento (con una conseguente diluizione della quota), considerato che Poste Italiane e le banche Intesa SanPaolo e Unicredit hanno accettato di garantire l’inoptato fino a 175 milioni, ai soci italiani resterebbero da versare complessivamente altri 125 milioni.

Una prima conta si potrà fare lunedì 14 ottobre in assemblea (che verrà preceduta da un nuovo cda), quando i soci saranno chiamati a votare la manovra da complessivi 500 milioni (di cui 200 di linee di credito da parte delle banche). Indipendentemente dal voto in assemblea, pero’, i soci avranno poi un mese di tempo (fino al 14 novembre) per decidere se e per quale ammontare partecipare all’aumento. Fonti vicine all’operazione fanno comunque sapere che l’aumento di capitale è stato strutturata in modo tale da garantirne la riuscita con o senza l’apporto del socio francese.

Naturalmente è auspicabile – precisano le stesse fonti – che anche Air France insieme a tutti i soci vi partecipi. Ma dagli azionisti cominciano ad arrivare segnali di disimpegno. Oggi uno dei maggiori, Intesa SanPaolo, ha messo in chiaro di non essere azionista di lungo termine e di essere ”orientato nel medio termine a passare il bastione di comando”. Dal presidente del consiglio di gestione della banca, Gian Maria Gros Pietro arriva anche un monito al management, intorno al quale si fanno sempre più insistenti le voci di un possibile passo indietro di Colaninno: ”Aspettiamo di sentire quello che dice Air France. Noi chiediamo – ha detto – trasparenza nella gestione verso gli azionisti e un management professional”. Intanto crescono i dubbi sull’operazione Poste. Critico il leader della Fiom Maurizio Landini, che non vede risolto il problema e chiede ”un progetto industriale per Alitalia, quanto per il polo dei trasporti”. Mentre si chiama fuori dalla vicenda l’ad di Fs Mauro Moretti, che interpellato sul permanere dell’interesse di Fs per Alitalia ha risposto secco: ”Io con Alitalia non c’entro nulla. Chiedete a Sarmi”.

‘Il fatto che il Cda abbia deliberato, e io mi aspetto questo, che su 300 milioni di aumento di capitale 220 siano sottoscritti da soci privati mi sembra un segnale importante che si crede nella compagnia di bandiera e nel nuovo piano industriale”, ha detto il ministro. ”Mi sembra che le decisione del Cda vadano nella direzione auspicata dal governo che non ha mai ipotizzato aiuti di Stato ad Alitalia, ma ha auspicato e promosso che un nuovo piano industriale rilanci la nostra compagnia di bandiera”, ha aggiunto.

Il ministro Lupi è tornato a parlare di Alitalia anche durante un’intervista per  SkyTg24: “L’Italia non può fare la Cenerentola, è un pilastro fondamentale di questa alleanza” con Air France-Klm. il ministro ha aggiunto che se Roma non sarà alla pari di Parigi e Amsterdam ”noi lavoreremo per il compito che il Governo ha per individuare altre alleanze internazionali”.

Sul salvataggio di Poste Italiane, Lupi spiega: “Non è che lo Stato chi ha messo i soldi, lo Stato non ci ha messo un euro delle tasche dei cittadini e non ripianerà di un euro i debiti che i privati hanno creato”. Il ministro delle Infrastrutture ha concluso spiegando che Poste è ”un’azienda pubblica che sta sul mercato e risanata”.

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