Alitalia. Oggi Cda: Air France attendista, Poste pensa agli emiri di Etihad

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA
Alitalia. Oggi Cda: se Air France rinuncia, Poste opta per gli emiri di Etihad

Alitalia. Oggi Cda: se Air France rinuncia, Poste opta per gli emiri di Etihad

ROMA – Alitalia. Oggi Cda: se Air France rinuncia, Poste opta per gli emiri di Etihad. Oggi gli aerei volano regolarmente, il carburante nei serbatoi è assicurato: nel pomeriggio l’assemblea degli azionisti di Alitalia deve dare il via libera all’aumento di capitale da 300 milioni, cui sono subordinati 200 milioni di linee di credito delle banche. Per il governo, che ha respinto le accuse con cui il Financial Times denuncia il salvataggio (“fallimento della politica industriale italiana”), Alitalia “non può fare la Cenerentola”, non  finirà mangiata e digerita da Air France-Klm.

E’ proprio la posizione interlocutoria e attendista di Air France che ha indotto il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ad un atteggiamento più bellicoso e determinato a  cercare soluzioni alternative, magari l’Etihad degli emiri di Abu Dabi, i quali sono interessati, hanno disponibilità enormi e voglia di investire, ma pretendono il risanamento prima di mettere mano al portafoglio.

I francesi oggi potrebbero anche dire sì all’aumento di capitale, ma avrebbe un mese di tempo per rinunciare. “La decisione dei membri del cda in quota Air France-Klm di sostenere il piano di emergenza”, ha fatto sapere in serata un portavoce della società, “non presuppone in alcun modo una nostra decisione sulla sottoscrizione o meno dell’aumento di capitale”.

Il tempo lavora per loro, per spuntare le condizioni migliori (sacrifici occupazionali, stop nuove linee e acquisto aerei), anche se gli analisti di Credit Suisse sono pronti a scommettere già da ora che investiranno ancora, a patto che la ristrutturazione vada in porto.

Se la ristrutturazione del 2009 era dettata più da problemi di generazione di fatturato piuttosto che di efficienza dei costi, gli analisti della banca svizzera affermano che “il semplice taglio delle rotte in perdita non è una via certa per raggiungere la profittabilità, visti gli indici di riempimento di Easyjet e Ryanair“.

In ogni caso, “la combinazione tra l’incoraggiamento del Governo Italiano a Poste Italiane ad entrare nel capitale di Alitalia e la concessione a Emirates per iniziare a servire da Malpensa l’aeroporto Jfk di New York questo mese suggeriscono che la priorità politica sia il mantenimento di posti di lavoro piuttosto che la profittabilità della Compagnia, evidenziando il fatto che un investimento di Air France in Alitalia debba essere effettuato per forza alle condizioni di Air France“.

In ogni caso il piano B (il ricorso agli arabi) è già pronto. Massimo Sarmi, ad di Poste che ci mette 75 milioni di euro nel’aumento di capitale (che sia aiuto di Stato lo nega solo il governo)  pensa agli arabi non solo per motivi finanziari, ma anche per opportunità strategica.

È poco comprensibile», avrebbe confidato Sarmi ai suoi collaboratori «che per andare in Medio Oriente o in Africa, si debba passare da Parigi. Sarebbe assurdo, come è assurdo che Fiumicino perda il suo status di hub. (Attilio Barbieri, Libero Quotidiano)