ROMA – Alitalia-Etihad: la Cgil e la Filt hanno deciso di non firmare l’accordo quadro con l’azienda, già sottoscritto sabato 12 luglio da Cisl e Uil. La decisione è contenuta in una lettera del segretario generale Susanna Camusso inviata ai ministri dei Trasporti e del Lavoro Maurizio Lupi e Giuliano Poletti. Nella missiva, la Camusso spiega la scelta del sindacato:
“Rimane incomprensibile la posizione dell’azienda CAI che ha respinto qualsiasi mediazione utile ad evitare la messa in mobilità e i licenziamenti, rifiutando la proposta, ritenuta percorribile anche dal Ministero del Lavoro, di utilizzo della Cigs per accompagnare lo sviluppo del piano industriale”.
“Le modalità di trasferimento del personale e la conseguente angosciosa prospettiva del licenziamento avviene peraltro attraverso soluzioni di dubbia legittimità che l’azienda dovrà affrontare. Le ipotesi di ricollocazione – aggiunge – appaiono incerte ed aggiungono ragioni di grande preoccupazione tra i lavoratori”.
Alitalia ha convocato i sindacati per questa sera alle 21 al Ministero dei trasporti per proseguire la trattativa su contratto collettivo nazionale e riduzione del costo del lavoro. Il ceo di Etihad James Hogan e il ministro dei trasporti Maurizio Lupi hanno avuto oggi un incontro al Ministero di Porta Pia.
“La vicenda Alitalia consegna al Paese un problema di disoccupazione. Un governo non può dichiarare la sua impotenza di fronte alle richieste di Ethiad e non può dichiararla un Ministro del lavoro. Un Ministro che si arrende ai licenziamenti quando vende un’azienda pubblica viene meno al suo compito”. Lo afferma il responsabile nazionale Lavoro di Sel Giorgio Airaudo al termine del question time di Sel sulla vertenza Alitalia.
“Il Governo poteva chiedere ulteriori sacrifici alle banche, e poteva chiedere maggiori impegni a Etihad, visto che la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti ha posto molte condizioni a questo Paese. Oggi il sacrificio della compagnia di bandiera la pagano i lavoratori e domani la pagheranno i consumatori. Alla fine costerà di più viaggiare in Italia, continua Giorgio Airaudo. Il Governo aveva molti strumenti e li aveva soprattutto il Ministro del lavoro. Doveva essere Poletti ad affrontare questo tema: se c’è un problema sul lavoro se ne occupa il Ministro del lavoro e non quello delle Infrastrutture che su Alitalia ha già fatto danni con il ‘piano fenice’. Da oggi ricorderemo ogni giorno al Ministro Poletti quando rifinanzierà la cassa in deroga, perché dal 30 giugno in tutte le regioni italiane si licenzia per il mancato finanziamento. Altro che creare occupazione: disoccupati in Alitalia e disoccupati perché non si rifinanzia la cassa in deroga”, conclude Airaudo.
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