ROMA – Alitalia in rosso nel 2013. La compagnia aerea italiana tornerà a crescere solo nel 2016. Lo ha detto lo stesso presidente, Roberto Colaninno, presentando il nuovo piano industriale insieme al nuovo amministratore delegato, Gabriele Del Torchio.
Già dal 2014 Alitalia dovrebbe raggiungere il pareggi del margine operativo. Al momento, comunque, Colaninno ha smentito che ci siano stati contatti con la Cassa depositi e prestiti.
Resta sullo sfondo l’eventuale cessione a Air France. “Per ora non c’è motivo di vendere Alitalia ad un terzo”, ha ribadito Colaninno, che ha assicurato che non ci saranno esuberi legati al nuovo piano, anche se la compagnia dovrà trovare 300 milioni a fine anno. Per questo proverà ad incrementare di 55 milioni il prestito convertibile sottoscritto dai soci. In origine il prestito prevedeva un esborso da 150 milioni. Ne sono stati assicurati solo 95. Così Colaninno ha deciso di chiedere la quota agli azionisti che non l’hanno ancora versata.
Possibili alleanze saranno con Etihad, con cui Alitalia ha già degli accordi, e con altre compagnie delle areee con una forte presenza di italiani, come Brasile, Uruguay, Australia, Sud Africa, Stati Uniti e Canada.
Per quanto riguarda il nuovo piano Alitalia punterà sulle tratte a lungo raggio con le rotte intercontinentali, incrementando la flotta con sei nuovi aerei entro il 2016 e rinnovando gli interni dei 10 Airbus A330. Tra le nuove rotte che verranno attivate nei prossimi tre anni ci sono Nairobi, Santiago del Cile, Seul, San Francisco e Johannesburg da Roma; Shangai, Abu Dhabi e Osaka da Malpensa e Tokyo da Venezia. Verranno anche potenziate le tratte verso il Nord e il Sud America.
Altro obiettivo del piano è sfruttare possibili sinergie con l’alta velocità ferroviaria e dare un nuovo nome e un nuovo modello di vendita più basato sul web ad AirOne e Alitalia Loyalty, lo spin off nato dallo scorporo del programma MilleMiglia.