Alitalia, Financial Times e Wall Street vs Letta: “Protezionista”. Lui: “Falso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Alitalia, Financial Times e Wall Street vs Letta: "Protezionista". Lui: "Falso"

Enrico Letta (Foto Lapresse)

ROMA –  Caso Alitalia, la stampa straniera contro il governo Letta: “E’ protezionismo industriale”. L’attacco arriva da Wall Street Journal e Finacial Times, i due maggiori quotidiani economico-finanziari.

“Il protezionismo industriale è tornato di moda a Roma”, comincia l’editoriale del Financial Times, che accomuna la vicenda Alitalia, finita con l’intervento di Poste Italiane, a quella di Telecom e Finmeccanica. Ancora più perentorio il Wall Street Journal: il caso Alitalia “incarna il fallimento della politica industriale” dell’Italia. Immediata la replica di Palazzo Chigi: “Non è protezionismo, ma il contrario. Quella su Alitalia è un’operazione per arrivare a negoziare la fusione con un partner internazionale in condizione di spuntare risultati positivi”.

Secondo il quotidiano della City, l’Italia ha bisogno di investimenti esteri per uscire dalla sua profonda crisi economica ma i politici sono troppo presi dall’ammantarsi nella bandiera per rendersene conto. Il Financial Times ripercorre la vicenda Alitalia, cita quanto accaduto nel 2008 con il governo Berlusconi e scrive che “il governo ha scelto di ripetere lo stesso errore”, trovando una soluzione che lasci l’azienda in mani italiane. Il risorgere del nazionalismo nell’ambito degli affari “getta un’ombra” sulla sincerità del presidente del Consiglio che ha più volte ripetuto di voler attrarre gli investimenti esteri e ha varato anche l‘operazione Destinazione Italia, concludendo che la strategia di Roma su Alitalia fornisce un messaggio contraddittorio.

Ancora più duro il Wall Street Journal, secondo cui la prolungata recessione economica che sta attraversando il Paese ”ha esacerbato la mancanza di competitività” delle aziende italiane, ”già svantaggiate da un enorme peso fiscale, complicatissime leggi sul lavoro, alti costi energetici e ingerenze politiche”. E così la base industriale del Paese ”si sta erodendo” con i vari settori, come quello siderurgico e automobilistico, un tempo comparti dinamici e vibranti, che tagliano posti di lavoro o spostano la produzione all’estero. Alitalia ne è ”l’esempio più eclatante”. I vari governi che si sono succeduti, sottolinea il Wsj, per anni hanno tenuto i rivali di Alitalia ”a distanza” ma quando è arrivata la ‘deregulation’ del trasporto aereo alla fine degli anni ’90, la compagnia si è ritrovata impreparata ad affrontare la concorrenza.