Alitalia: Intesa si impegna fino a 76 milioni per l’aumento

banca_intesa_lpMILANO – Intesa Sanpaolo si impegnerà al massimo per 76 milioni nell’ambito del’aumento di capitale di Alitalia. E’ quello che comunica la banca mentre la partita sugli aiuti di stato ad Alitalia è ancora tutta da giocare a Bruxelles. Perché le norme Ue, pur se strette, permettono margini di manovra a seconda di come viene concepita la ricapitalizzazione nei suoi dettagli. La stessa Commissione Ue non si è finora espressa nel merito, rinviando più volte alla necessità di esaminare con attenzione la notifica da parte italiana, finora mai arrivata.

RISORSE ‘PUBBLICHE’. Innanzitutto c’è da verificare se i 75 milioni destinati dalle Poste ad Alitalia possano essere considerati risorse pubbliche: il semplice fatto che le misure a favore della compagnia provengano da un’impresa privata (sebbene a capitale interamente pubblico) e non dallo Stato direttamente non è sufficiente a escludere che si tratti di aiuto pubblico. ECONOMIA DI MERCATO. Il secondo elemento che Bruxelles deve valutare è se l’entità pubblica che fornisce il denaro interviene seguendo il ‘principio dell’investitore in un’economia di mercato’, ovvero se Poste agisce con una logica di un investitore privato normale. Per esempio verificando se gli investitori privati che intervengono simultaneamente nel salvataggio di Alitalia fanno investimenti negli stessi termini di Poste (principio del ‘pari passu’). Se è questo il caso, non c’è aiuto di Stato. Se invece lo Stato o chi per lui interviene accordando un vantaggio ad Alitalia, allora si tratta di un aiuto pubblico di cui Bruxelles deve verificare la compatibilità con le regole Ue.

CONTINUITA’ AZIENDALE. La compagnia aerea potrebbe comunque beneficiarne perché non c’è continuità con la società che fu aiutata nel 2008 (le regole Ue prevedono che un’impresa non possa essere aiutata più di una volta in 10 anni). PIANO CREDIBILE A LUNGO TERMINE. Quelle che si applicherebbero in questo caso sono le norme sulle ristrutturazioni: per ricevere l’ok di Bruxelles, deve essere presentato un piano credibile che assicuri la sostenibilità finanziaria dell’azienda a lungo termine, ci deve essere un contributo sufficiente da parte dell’impresa in modo da ridurre al minimo il costo per i contribuenti e misure compensative per ridurre al minimo gli effetti distorsivi sulla concorrenza.

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