ROMA – Alitalia e Letta a caccia del “salvatore”: Poste, Fs, russi, arabi, Fintecna… Per il salvataggio Alitalia il governo ha convocato l’ad di Poste, Massimo Sarmi. E’ l’ultima chance, dopo il rifiuto di Cdp, dopo che le opzioni Fs e Fintecna (c0ntrollata da Cdp) sono state congelate. Il vicepresidente di Alitalia Salvatore Mancuso intanto boccia (intervista sul Messagero) il salvataggio da parte dei soci francesi, preferendo puntare sui russi di Aeroflot oppure, ancora meglio, sugli arabi: “Etihad ci darebbe qualche chance in più per il rilancio”. Ma il tempo stringe, entro lunedì prossimo 14 ottobre il governo deve trovare una soluzione, ovvero almeno 150 milioni di euro di provenienza pubblica: servono 500 milioni complessivi per evitare default e commissariamento, o che Air France si prenda tutto e proceda al licenziamento di qualcosa come 4000 dipendenti.
Secondo Umberto Mancini del Messaggero l’operazione con Poste sarebbe stata addirittura già chiusa e blindata nella tarda serata di ieri in Cdm. E’ questione di pochi, pochissimi giorni, e se non si trova l’aiuto di un partner pubblico, la situazione è destinata a precipitare. E’ questo lo scenario allarmante riferito dai sindacati dopo l’incontro con l’amministratore delegato della compagnia Gabriele Del Torchio, che ha anche confermato che si sta lavorando ad una manovra da 500 milioni, di cui 300 milioni in aumento di capitale e 200 in linee di credito.
Secondo Giorgio Meletti de Il Fatto Quotidiano, l’iniezione di soldi pubblici per convincere Air France a prendersi Alitalia con un miliardo di debiti, serve soprattutto a Letta nel suo tentativo di salvare i crediti delle banche.
Davanti al premier Enrico Letta ci sono due strade: una con la quale le banche perderebbero tutto e una che salverebbe i loro crediti. Percorrere la prima è possibile solo a condizione che si inietti nuovamente denaro pubblico nella compagnia privatizzata a caro prezzo nel 2008. (Giorgio Meletti, Il Fatto Quotidiano)
A proposito di scelte sbagliate, regola qualche vecchio conto Sergio Cofferati, con un suo collega di sindacato, l’attuale segretario Pd Guglielmo Epifani.
Intervenendo ad Omnibus su La7, l’eurodeputato Pd ha detto con assoluta normalità: “Nel 2008 ero per la vendita di Alitalia ai francesi e non ero d’accordo con Guglielmo Epifani che invece era contrario”. L’attuale segretario del Pd ricopriva allora l’incarico di segretario generale della Cgil e in effetti giocò un certo ruolo nell’impedire ad Air France di rilevare l’azienda secondo i piani del ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Tanto da attirarsi anche le ire di Romano Prodi. Oggi Cofferati è deputato europeo di un partito guidato da Epifani di cui è stato predecessore nella Cgil. Non si può negare che sia un esperto. (Il Fatto Quotidiano)
Poste è dunque l’ultima chance: “Ora – fa notare una fonte sindacale – manca solo che convochino l’Anas…”
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