Allarme Financial Times: “I maxi-prestiti Bce rischiano il cortocircuito”

ROMA – I maxi-prestiti da oltre 1.000 miliardi di euro con cui la Banca centrale europea e' intervenuta contro la crisi, mettendo al riparo soprattutto Italia e Spagna, hanno ''un lato oscuro'' e rischiano persino di ''gettare i semi per la prossima escalation''.

L'allarme arriva dal Financial Times, in un editoriale che rovescia la prospettiva del quotidiano della City, di solito benevolo verso i prestiti 'Ltro' di Mario Draghi. E' vero, i prestiti triennali della Bce hanno ''acceso un grosso rally nelle borse'' e messo al riparo i titoli di Stato di Italia e Spagna.

Pero' – ragiona il Ft a pochi giorni dal consiglio Ecofin di Copenhagen chiamato a rafforzare il firewall europeo portandolo probabilmente a 940 miliardi – la Bce ''in realta' non risolve nulla e, anzi, per certi aspetti sta rinforzando la relazione contorta, e nepotistica, fra le banche e gli Stati sovrani'', per dirla con George Manus, un senior adviser della banca svizzera Ubs.

Il mare di soldi facili concessi dalla Bce alle banche, che stanno usandoli in parte per sostenere i titoli di Stato dei rispettivi Paesi, rischia di fare un'altra bolla facendo scendere innaturalmente gli spread.

''C'è il rischio di legare assieme due persone che stanno annegando, nella speranza che galleggino'', avverte un legale, Benedict James, dello studio Linklaters. Parla addirittura di uno ''schema Ponzi'' l'analista Marc Chandler, di Brown Brothers Harriman: ''banche in difficolta' comprano titoli di Stato in difficolta'''.

Un allarme che tocca un po' tutti i Paesi sotto stress da debito dell'Eurozona. Anche la Spagna, oggi di nuovo in difficolta' con le sue riforme che non convincono del tutto i mercati: le banche iberiche, gia' iper-esposte verso il pericolante settore immobiliare nazionale, grazie alla Bce hanno aumentato in due mesi del 29% i titoli di Stato che hanno in pancia a 230 miliardi di euro. Quelle italiane – per fortuna lontane da una bolla del mattone come quella spagnola – avrebbero raggiunto i 280 miliardi di euro, dopo aver preso a prestito circa 260 miliardi dalla Bce.

I segnali piu' negativi, la tendenza dei rendimenti a rialzarsi, sono confinati a Spagna e Portogallo, due Paesi che continuano a porre dubbi sulla sostenibilita' dei rispettivi programmi di risanamento. Ma secondo il Financial Times vi sono rischi piu' di lungo termine: e cioe' che i soldi concessi per uscire dall'emergenza, alla fine, tolgano l'incentivo a fare riforme davvero incisive. La durata dei prestiti Bce, tre anni massimi, e' breve: la crisi, che e' sistemica, fra tre anni potrebbe trovare l'area euro in condizioni simili ad oggi, con la conseguenza che allo scadere dei maxi-prestiti Bce la situazione potrebbe precipitare.

A meno che quei soldi, come era nelle intenzioni di Francoforte, non siano utilizzati come un semplice prestito-ponte per fare riforme in grado di mettere davvero al sicuro gli anelli deboli dell'euro.

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