Il bambù combatte il cambio del clima, a Ferrara una piantagione per una “città dentro al verde”, Paolo Bruschi spiega il progetto.
Kida Organic Forest di Ferrara aderisce WBO Organizzazione mondiale Bambù
Kida organic forest di Ferrara, azienda agricola tra via Carretti e Pontegradella, ha aderito al WBO. L’adesione alla prestigiosa organizzazione mondiale del bambù è avvenuta nei giorni scorsi.
L’organizzazione senza scopo di lucro con sede negli Stati Uniti racchiude le più importanti realtà mondiali, sia pubbliche che private, che si occupano di diffondere e promuovere i benefici legati all’ambiente e all’economia grazie a questa pianta.
L’organizzazione nata nel 1991 si è sviluppata e radicata in tutto il mondo, ha aderito al progetto “the bamboo city” lanciato a Dubai nel dicembre scorso che ha come tabella di marcia il rafforzamento della resilienza climatica con l’obbiettivo di raggiungere la neutralità del carbonio.
I punti principali del “bamboo city” prevedono il rinverdimento urbano con coltivazioni di bambù di cui è nota la straordinaria velocità di crescita, la bonifica dei suoli attraverso il fitorisanamento, la moderazione delle temperature e il sequestro del carbonio.
E’ una risorsa altamente rinnovabile che produce cibo in grade quantità e le piantagioni in città aiutano a ridurre l’inquinamento atmosferico creando parchi e corridoi di ossigeno.
Paolo Bruschi Presidente di Kida organic forest, azienda attiva da alcuni anni su questi temi, si dichiara molto soddisfatto di questa adesione e si ripropone di contribuire attivamente ad un progetto innovativo e coraggioso che potrebbe trovare nella città di Ferrara un luogo di efficace sperimentazione anche per via della sua posizione disagiata sul piano climatico.
“Recentemente abbiamo avuto conferma della posizione poco felice di Ferrara per le giornate di caldo torrido e altre situazioni sfavorevoli. Siamo pronti a riproporre il nostro progetto di “città dentro al verde” sicuri di trovare un forte appoggio del WBO oltre alle Istituzioni e organizzazioni locali”.
Kida ha recentemente fatto una stima del numero di piante di bambù distribuite nei 12 ettari dell’azienda. Ad oggi sono presenti circa 90.000 piante di Moso, 2500 di Madake, 500 di Dulcis e 2500 delle alte 8 specie colorate. In tutto quasi 100.000 piante che si raddoppieranno nei prossimi due anni arrivando prima del 2030 a superare le 400/450.000.
Numeri impressionanti non paragonabili a qualsiasi altra pianta sia come velocità di crescita che di assorbimento di carbonio, recenti studi di diverse università italiane parlano di oltre 250 volte di capacità di assorbimento del bambù rispetto a boschi di conifere.
Kida ha inoltre deciso di promuovere e sostenere nelle prossime settimane per il 2025 una borsa di studio su una tesi universitaria che metta al centro lo studio e l’approfondimento delle proprietà alimentari e organolettiche del germoglio di bambù.