La “Venezia d’Africa”, Saint Louis, in Senegal, sta affondando nel mare che cresce. È una delle megalopoli sulla costa occidentale del continente che vengono sommerse dall’innalzamento degli oceani.
In tutto il mondo, si prevede che i mari aumenteranno in media di un altro mezzo metro circa nei prossimi 50 anni. La sua tragedia è anche un monito per le città di mare italiane come Genova, Napoli, Venezia e tante altre. La parte più vecchia di Genova è già oggi sotto il livello del mare. Infatti si chiame Sottoripa.
La protegge la grande diga foranea costruita agli inizi del ‘900. Faranno in tempo a costruire la nuova mega diga?
Saint Louis e stata scelta come caso emblematico dal settimanale inglese Economist. Saint-Louis, ex capitale del Senegal fondata dai francesi nel 1659, ha l’Atlantico a ovest e la foce del fiume Senegal a est. Ora rischia di essere sommersa dalle acque del mare e del suo fiume, a causa dei mutamenti climatici mondiali. Un primo allarme fu dato dall’Onu nel 2018.
In questi giorni, scrive l’Economist, quando arriva la tempesta, le acque arrivano fino al monumento ai caduti, un paio di centinaia di metri nell’entroterra. Centimetro dopo centimetro, casa dopo casa, Saint Louis viene trascinata in mare
Un tentativo fallito, nel 2003, di ridurre le inondazioni scavando un canale non fece altro che peggiorare le cose, mettendo un intero quartiere sott’acqua. Uno studio commissionato dal governo senegalese ha rilevato che entro il 2080 l’80% della città sarà a rischio inondazioni.
Saint Louis non è solo un esempio di città estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici; potrebbe anche presagire il futuro. Molte delle città in rapida crescita dell’Africa occidentale rischiano di affondare lentamente sotto le onde.
L’Africa occidentale, scrive ancora l’Economist, sarà particolarmente colpita. Le principali città costruite dalle potenze coloniali europee un secolo o più fa si trovano quasi tutte su fragili coste sabbiose, spesso tra lagune ed estuari di mangrovie alla foce dei fiumi utilizzati per i trasporti e il commercio (vedi mappa).
La capitale economica della Nigeria, Lagos, ad esempio, si trova a cavallo di una serie di isole. Gran parte del territorio della Mauritania, Nouakchott, si trova sotto il livello del mare, protetto solo da una cintura di dune che può essere infranta dalle onde.
Le città costiere dell’Africa occidentale potrebbero non essere ancora le vittime più visibili dell’innalzamento del livello del mare. Diverse città in Asia sono state testimoni di disastri più drammatici.
Nel 2007 metà di Giakarta, la capitale dell’Indonesia, è stata sommersa da quasi quattro metri d’acqua, costringendo mezzo milione di persone ad abbandonare le proprie case.
Ma la velocità con cui l’Africa occidentale si sta urbanizzando, e il livello di reddito particolarmente basso a cui lo sta facendo, amplificheranno notevolmente l’impatto delle maree in aumento.
Con l’aumento degli effetti delle inondazioni e dell’erosione, interi quartieri diventeranno inabitabili, trasformando le città stesse in fonti di migrazione climatica.
Saint Louis, spiega l’Economist, illustra alcune delle difficoltà nel trattenere le onde. La Francia e la Banca Mondiale hanno finanziato la costruzione di una diga di emergenza dopo un’alluvione particolarmente catastrofica nel 2007. Ma i costosi programmi di protezione non sono una soluzione a lungo termine per la maggior parte delle città dei paesi poveri.
Diverse dighe in Senegal sono crollate, così come una diga in Ghana.
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