La Sicilia piange per la sete, manca l’acqua. In Spagna e in Tunisia affrontano la crisi costruendo mega impianti di desalinizzazione. In Sicilia finanziando l’acquisto di lavatrici.
Se l’idea può apparire demente, il seguito è peggio. La Regione in tutto “ha destinato 200.000 euro per l’acquisto di lavastoviglie, praticamente mille, su quasi, stimato diminuendo per demografia in calo ed emigrazione, cinque milioni di abitanti”.
Sarebbe da ridere se non fosse tragico l’articolo di Giovanni Pizzo per il Quotidiano di Sicilia.
“Una genialata. Si vede, commenta, che la Sicilia è la terra di Archimede”.
Lo stanziamento è stato inserito nella manovra suppletiva di bilancio approvata dal Parlamento siciliano. (I siciliani, si noti, sono schierati contro l’autonomia differenziata anche i più differenziati sono proprio loro. Si vede che quello che va bene a Palermo non è permesso a Venezia o Bologna).
Amara ironia: “Batteremo la siccità con mille lavastoviglie, come i trecento alle Termopili, eran giovani e forti, e sono morti”.
Poi la realtà. La Sicilia si sta desertificando, tra cambiamenti climatici e crisi idrica, oltre il 50% delle acque captate si disperde nelle ormai vetuste condotte, le dighe sono bloccate per carenza di collaudi o per assenza di impianti, l’agricoltura siciliana, settore ancora primario in un’isola dall’incredibile biodiversità, sta arrendendosi stremata.
I cittadini di Agrigento e Caltanissetta, senza acqua da settimane, scrivono preci a Mattarella, Palermo tra comunicati e smentite sarà costretta al razionamento, dopo il depotenziamento della pressione dell’acqua, e gli “onorevoli’ siciliani che fanno?
Organizzano una riffa da 200 e passa milioni per sopravvivere loro e i loro “clientes”. E gli altri? Muoiano di sete, mica ci hanno votato.
La sera dopo la riffa avranno festeggiato, avranno telefonato in paese o alla borgata di riferimento, per dire di ordinare la salsiccia per la festa ed allertare la banda, musicale, speriamo.
Di salsiccia in Sicilia ce ne sarà tanta quest’anno, perché i maiali senza acqua non campano.
Salsiccia per tutti! Come se non ci fosse un domani, in una Sicilia che tra sei anni, dicono gli esperti stranieri, avrà un terzo del territorio desertificato, in particolare la Sicilia interna, già in fase di spopolamento.
Al posto dei maiali, prosegue Pizzo, consigliamo di allevare dromedari.
Questa è la politica degli struzzi, con la testa sotto la sabbia, e questo modello non cambierà pare, perché la desertificazione porta sabbia, e lo struzzo in questi climi prolifera. Il problema sarà per quella popolazione che non potrà vivere, o non vorrà stare, a queste condizioni.
Molti scompariranno, per decesso, con una sanità regionale che al posto delle stecche per l’ingessatura usa il cartone. Altri, i più giovani e dotati, emigreranno più di adesso.
Chi vuole vivere in un deserto dove non puoi farti nemmeno la doccia a 40 gradi? Rimarranno gli struzzi all’Assemblea Regionale, e i loro “clientes” divisi tra cammelli e cammellieri, gente abituata a climi di scarse risorse. Il deserto avanza, ma ha già conquistato i neuroni della politica.
QdS