ROMA – Anche i ricchi muoiono, 4mila miliardi di eredità. Il più grande trasferimento di ricchezza nella storia. Almeno tre Paperoni globali su quattro hanno un’unica, grande preoccupazione: a chi lasciare patrimonio e bastone del comando, eredità e successione.
Una preoccupazione privata certo, che riguarda i super nababbi da 30 milioni di dollari in su (tecnicamente Unwi, ultrahigh-net-worth individuals) ma che incrocia un fenomeno più generale di enorme impatto in termini finanziari: entro il 2026 verranno trasferiti agli eredi qualcosa come 3900 miliardi di dollari, il 13% del patrimonio totale degli ultraricchi, il più grande trasferimento di ricchezza nella storia dell’uomo economico.
Come dire il doppio del debito pubblico italiano, un patrimonio che darebbe la possibilità, segnala Il Sole 24 Ore, di acquistare in contanti le prime dieci società al mondo per capitalizzazione (Apple, Alphabet, Microsoft, ExxonMobil, Berkshire Hathaway, Amazon, Facebook, Johnson & Johnson, General Electric e China Mobile).
Due le ragioni fondamentali di questo eccezionale passaggio di mano patrimoniale, demografiche e storiche. Intanto i miliardari (li chiamiamo ancora così per comodità) con più di 30 milioni di dollari che si approssimano alla morte (sì anche i ricchi muoiono) e cioè con più di 80 anni sono sette volte più numerosi degli Unwi under 30. In secondo luogo, per la produzione di fortune individuali, complice la globalizzazione e il boom dei paesi emergenti, gli ultimi 35 anni sono stati formidabili, paragonabili solo al primo decennio del secolo scorso dei magnati del petrolio alla Rockefeller.
«Stimiamo che nel mondo ci siano più di 14mila ultrahigh-net-worth individuals che probabilmente trasferiranno il loro patrimonio entro i prossimi dieci anni», si legge nello studio di Wealth-X/Nfp, un numero che supera quello dei Paperoni cinesi (12.050) o britannici (10.650). Non è un caso che – secondo un’altra indagine, questa di Knight Frank – la prima preoccupazione per il 67% degli ultraricchi globali è quella «della successione e dell’eredità». (Enrico Marro, Il Sole 24 Ore)