ROMA – Marco Lo Bue, 28 anni, già avvocato ed ex praticante presso lo studio legale Pitruzzella, si è classificato quarto al concorso per cinque funzionari a tempo determinato bandito dall’Autorità garante della concorrenza, di cui Giovanni Pitruzzella è presidente. Marco, figlio di Giovanni Lo Bue, ex socio di regate a vela di Pitruzzella, è stato praticante nello studio legale del presidente dell’Authority, ma l’evidente conflitto di interessi non gli ha impedito di partecipare ad un concorso nella stessa Autorità presieduta dal suo professore ed ex socio del padre e di vincerlo. A raccontarlo è Sergio Rizzo sul Corriere della Sera.
Pitruzzella si discolpa: “E’ essenziale che qualsiasi selezione sia imparziale e trasparente. Per garantire questo ho scelto di non avere alcun contatto con i membri della Commissione. Comunque la si voglia pensare sono certo che la commissione abbia selezionato i candidati più meritevoli“. Non poteva estrometterlo, spiega Pitruzzella, ma è curioso che tra i candidati più meritevoli sia risultato proprio il figlio di quel Lo Bue senior che dal marzo 2010 possedeva il 45% della società Vela e Natura di cui Pitruzzella possedeva il restante 55%. Fino a quando non è stato nominato presidente dell’Antitrust e ha dovuto liberarsi di ogni potenziale conflitto di interessi, studio d’avvocato e partecipazioni azionarie comprese.
Del candidato Marco Lo Bue Pitruzzella ha detto che: “Non ha mai svolto l’attività di avvocato presso il mio ex studio ma solo, come tanti altri giovani laureati ogni anno, una buona parte del praticantato necessario per sostenere l’esame professionale. Peraltro non mi risulta che eserciti l’attività di avvocato“.
“Ovviamente lo conosco – ha aggiunto – perché nel 2009 sono stato per un periodo suo tutor nel ciclo di studi per il conseguimento del dottorato. Conosco, com’è noto, anche il padre con il quale ho fatto per circa un anno regate su una barca posseduta in società e di cui ho ceduto da tempo la proprietà“.
Poi precisa: “Non credo di poter impedire ai tanti ragazzi che ho conosciuto nel corso della mia attività di professore universitario, molti dei quali bravissimi, di partecipare a concorsi dell’Antitrust. Lo riterrei irragionevole e ingiusto, una sorta di discriminazione al contrario oltre che tecnicamente impossibile“.
Giustissimo. Ma, osserva Rizzo: “Con tante opportunità che, siamo sicuri, si offrono a un giovane e brillante avvocato come Marco Lo Bue, la scelta doveva cadere proprio su un concorso da funzionario all’Authority presieduta dal suo ex tutor e amico di suo padre, al quale aveva per giunta comprato un anno prima la quota della barca?“
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