“Apple torna in America”. Ma se investe solo 100 mln…

Apple torna in America. Ma se investe solo 100 milioni… (Foto Lapresse)

SAN FRANCISCO (STATI UNITI) – Apple torna a produrre i suoi computer in America per la prima volta dagli anni ’90. L’azienda di Cupertino ha annunciato un investimento produttivo di 100 milioni di dollari per sostenere già dal 2013 una delle attuali linee di produzione Mac in patria. Ma la notizia sa tanto di mero annuncio di facciata, volto più a un disperato recupero dell’immagine che a un piano di reindustrializzazione. A ben guardare 100 milioni di investimento devono essere briciole per un gruppo le cui casse traboccano di 120 miliardi in contanti.

E’ pur vero che la mela morsicata già da tempo si è impegnata ad aumentare la propria produzione negli Usa. Già alcuni esemplari del nuovo iMac, quello da scrivania super-sottile appena lanciato recano la scritta “Assemblato negli Usa“. Secondo stime interne Apple avrebbe contribuito alla creazione di oltre 600 mila posti di lavoro negli ultimi anni.

Il rimpatrio però offre soprattutto nuove dimostrazioni circa la volontà di partecipare alle recenti spinte alla reindustrializzazione del Paese: l’esodo della produzione verso la Cina e gli altri paesi asiatici, a caccia di bassi costi e alti profitti non è stato un toccasana per il gruppo di Cupertino. Perciò Cook è sicuro: “Abbiamo la responsabilità di creare occupazione in patria”, dice. E si incammina così sulla stessa strada già intrapresa da molti altri big dell’Information Technology.

E’ così che Google ha cominciato a valutare la produzione di dispositivi in Texas e General Electric è tornata a fare caldaie in patria. E la Apple sempre all’avanguardia, non vuole certo divenire fanalino di coda in questo processo di rinascita manifatturiera made in Usa. Forse però lo sforzo finanziario dovrebbe essere un po’ più cospicuo.

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