Armani non ci sta: “Non entro in Borsa, voglio una moda libera”

ROMA – Mentre grandi della moda come Prada e Ferragamo sbarcano in Borsa Giorgio Armani rivendica una moda libera e dice: mi tengo alla larga da Piazza Affari, io non voglio alleanze. Lo stilista spiega, dopo le polemiche nei giorni in cui Prada e Ferragamo debuttavano in Borsa, le ragioni di ”un vecchietto arzillo e, a quanto pare, molto invidiato” in una lunga lettera al Corriere della Sera in cui ribadisce la sua ”libertà, l’autonomia di pensiero e la lealtà nei confronti del nostro cliente finale”.

”Oggi io non ho bisogno dei soldi della Borsa – scrive – nè per crescere, nè per globalizzare, nè per aggregare i miei marchi. Non faccio parte del Sistema – aggiunge – perché é complicatissimo e non sempre chiaro e trasparente”. Niente contro chi ha scelto di quotarsi, precisa ‘re Giorgio’ ma ”se parliamo di modelli di crescita io non ho bisogno di alleanze, nè di complicità, nè di frequentazioni mondane, nè tantomeno di espedienti: nè estetici nè di visibilità”.

Insomma è un “io” contro “loro”, quello del sempre signorile e pacato Armani. Da una parte lui, ancora innamorato della moda “vecchio stile” che pure si tiene al passo con i tempi. Dall’altra le aziende che, vuoi per necessità, vuoi per libera scelta hanno fatto il grande salto: il Ferragamo, i fratelli Bulgari, e poi Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, che, pare dire Armani, più che pensare alle sfilate, d’ora in poi dovranno rendere conto ai soci prima che ai clienti.

Questo Armani lo dice senza troppi giri di parole: ”C’è una differenza sostanziale – scrive – tra imprenditore e finanziere: se quest’ultimo ha in mente il risultato immediato, l’imprenditore appassionato lavora per costruire nel tempo”. E Armani si dice ”testimone di questo modo di interpretare l’imprenditoria”.

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