In Italia i disoccupati non possono disporre di sussidi a lungo termine: la situazione con la fine del reddito di cittadinanza.
Il Governo Meloni ha confermato solo parte dei sussidi e delle agevolazioni introdotti dai precedenti esecutivi a favore dei disoccupati: dismesso il reddito di cittadinanza, chi è senza lavoro spera nella NASpI, nell’assegno di inclusione o in altre misure temporanee di sostegno. Tutte le indennità disponibili rivelano requisiti stringenti. Non basta dunque essere disoccupati per poter essere supportati economicamente dallo Stato. E si ha diritto all’aiuto, bisogna comunque considerate i limiti temporali della misura.
La NASpI, per esempio, rivolta agli ex lavoratori dipendenti che hanno involontariamente perso il lavoro, viene riconosciuta per una durata pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi quattro anni (per un massimo di due anni). L’assegno di inclusione, disponibile solo per disoccupati over 60, famiglie con disabili o minori, è concesso per un massimo di 18 mesi.
Dopo una sospensione di un mese, può essere rinnovato per ulteriori periodi di 12 mesi. Il supporto per la formazione e il lavoro dura al massimo per un anno, a condizione che il disoccupato prenda parte a corsi formativi e di orientamento, ma con bonus massimo di 350 euro al mese.
In pratica, pur sommando il periodo coperto dalla NASpI e dall’SFL, i disoccupati italiani possono avere certezza di reddito minimo per massimo un triennio. Dopodiché sono abbandonati a loro stessi. In molti altri Paesi del resto del mondo le cose vanno diversamente. Francia, Germania e Spagna concedono sussidi di disoccupazione.
In Germania, per esempio, i disoccupati ottengono il 60% della precedente retribuzione per un anno in cambio della disponibilità di 15 ore settimanali per lavori socialmente utili. Dopodiché è possibile ottenere più di 500 euro al mese (più un contributo per l’affitto) per sei mesi: una misura prorogabile fino alla prossima assunzione.
Tra i Paesi del SEE, Islanda, Liechtenstein e Norvegia offrono sussidi di disoccupazione abbastanza generosi che vanno dai due ai tre anni. E poi c’è il caso del Belgio, dove l’indennità di disoccupazione non ha scadenza. Ciò vuol dire che i disoccupati, in Belgio, possono ottenere un supporto per il reddito a vita.
Anche in questo casi ci sono però dei requisiti. Il beneficiario del sussidio dev’essere senza lavoro e senza alcun tipo remunerazione (non deve per esempio percepire introiti da affitti o da altre entrate passive). Deve essere abile al lavoro e iscritto alle agenzie di collocamento. Infine, deve aver lavorato per un certo numero di giorni negli ultimi mesi. Il requisito varia in base all’età. Chi ha meno di 36 anni deve aver lavorato almeno 150 giorni nell’ultimo anno…
L’indennità non è calcolata su base mensile ma giornaliera. Gli importi sono proporzionali al salario precedente. Chi ha una famiglia a carico, prende il 60% del salario, con un tetto massimo di 57 euro circa al giorno. Gli altri prendono il 60% solo per il primo anno, dopodiché il sussidio si abbassa al 55% dell’ultimo stipendio. Esistono benefici aggiuntivi per chi ha più di cinquant’anni e ha lavorato per almeno 20 anni. In tutti questi casi il sussidio non va a scemare anno dopo anno, e non arriva mai ad annullarsi del tutto.
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