Fine anno, tempo di bilanci. La busta paga potrebbe non essere controllata a dovere con la conseguente perdita della somma che spetta
A dicembre ( o al massimo entro febbraio dell’anno dopo) c’è un’operazione che si fa in busta paga chiamata “conguaglio di fine anno“. Si tratta di un ricalcolo delle imposte obbligatorio che dovrà fare il datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta.
Come tutti i conguagli potrebbe portare dei cambiamenti sul totale della busta paga, sia in maniera positiva che negativa, ma non tutti i dipendenti sono al corrente di questa eventualità. Spesso ci si affida al commercialista o a chi realizza la dichiarazione dei redditi. Tuttavia non è difficile comprendere questo passaggio importante.
Sostanzialmente tutte le imposte e i contributi dei dipendenti verranno ricalcolati sulla base dei redditi effettivamente percepiti durante l’anno. Il conguaglio di fine anno è una verifica necessaria per allineare le imposte dovute al reddito reale. Tuttavia, come già accennato può portare a riduzioni dello stipendio netto se ci sono differenze. Per evitarlo, è utile pianificare con il datore di lavoro o tramite la dichiarazione dei redditi.
Trattenute dovute o non dovute? Facciamo il punto
Durante l’anno, le imposte (Irpef, addizionali regionali e comunali, contributi) vengono calcolate su un reddito presunto, basato sullo stipendio dell’anno precedente. A fine anno, il datore di lavoro verifica se le trattenute effettuate sono corrette rispetto ai redditi effettivi. Se le tasse trattenute sono state inferiori al dovuto, il dipendente dovrà pagare la differenza (con trattenute aggiuntive in busta paga). Se sono state trattenute tasse in eccesso, il dipendente riceverà un rimborso.
Il conguaglio può portare sorprese ed è per questo motivo che è sempre bene controllare attentamente la busta paga. Cambiamenti nel reddito durante l’anno, come aumenti di stipendio o passaggi di livello, possono causare differenze tra il reddito presunto e quello reale, generando errori nel calcolo delle imposte.
Questo può influire su:
– L’Irpef dovuta.
– Le detrazioni fiscali spettanti (ad esempio, per lavoro dipendente o carichi di famiglia).
– L’eventuale bonus da 100 euro (ex bonus Renzi), che va restituito se il reddito supera certe soglie.
Per evitare sorprese i lavoratori possono chiedere al datore di lavoro di applicare un’ aliquota fissa per le trattenute durante l’anno, basata su una stima del reddito complessivo. Questo si comunica con un modulo specifico (ad esempio, il modello D23). Per il bonus 100 euro, si può scegliere di riceverlo solo alla fine dell’anno (in sede di conguaglio) o tramite la dichiarazione dei redditi, evitando così restituzioni se il reddito supera i 15.000 euro.