Asse Usa-Germania contro crisi Grecia, Obama e Merkel pronti a dare risposta forte

Barack Obama e Angela Merkel

Un asse Usa-Germania per combattere la crisi della Grecia. Il presidente degli Usa, Barack Obama, ha confermato di aver parlato con la cancelliera Angela Merkel e di essere “d’accordo sulla necessità di una forte risposta sia da parte dei Paesi colpiti sia su una risposta finanziaria forte dalla comunità internazionale” alle difficoltà della Grecia. Obama ha inoltre chiarito “che gli Stati Uniti sostengono questi sforzi e continueranno a cooperare con le autorità europee e il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) durante questo periodo critico”.

Il presidente degli Stati Uniti ha riferito poi che le autorità americane hanno riscontrato una “insolita” attività sul mercato borsistico di giovedì, che ha innescato il crollo dei valori. Saranno intraprese azioni a tutela degli investitori e i risultati delle indagini saranno resi noti al più presto.

“Ci vorrà del tempo per riparare e ricostruire l’economia”, ha proseguito il presidente osservando come i dati sul mercato del lavoro per quanto incoraggianti “ci lasciano ancora con molto lavoro da fare”.

L’azione per regolare più strettamente il settore finanziario va accelerato, ha dichiarato poi la Merkel “occorre mostrare determinazione per rafforzare il patto di stabilità e di crescita eventualmente anche attraverso modifiche del Trattato Ue”. Tutti i paesi e “non solo la Grecia”, ha detto la cancelliera, devono fare degli sforzi per rispettare “rapidamente” il patto di stabilità.

Il messaggio che i leader intendono inviare ai mercati dal vertice dell’Eurogruppo “non é sufficientemente forte” invece per il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durao Barroso. I due punti su cui Barroso non è soddisfatto sono la creazione del meccanismo permanente per prevenire crisi future e il rafforzamento del governo comune dell’economia. Barroso, in particolare, è polemico con la proposta della task force che prenderà il via 21 maggio prossimo, sotto la presidenza del presidente stabile Herman Van Rompuy, che intende presentare al Consiglio europeo misure per la riforma del Patto di stabilità e la creazione di strumenti ‘permanenti’ per prevenire nuovi casi come quello della Grecia attraverso il rafforzamento del quadro giuridico esistente.

“I tempi di discussione della task force sono troppo lunghi: l’emergenza è ora e bisogna agire subito”, è la richiesta di Barroso. Il presidente della Commissione ha fatto notare che l’esecutivo ha proposto da anni misure di rafforzamento del governo dell’economia che gli Stati membri non hanno voluto accogliere. Tra queste, la proposta di dare più poteri di audizione ad Eurostat, l’istituto di statistica europeo, per prevenire trucchi di bilancio da parte della capitali, o il rafforzamento dei poteri di supervisione. C’é polemica anche sulla richiesta di rafforzare la disciplina di bilancio e il patto di stabilità e di crescita. “Nel 2005 il patto fu riformato, allentandone i vincoli, proprio su richiesta di Francia e di Germania”, ricordano le fonti. “Proprio coloro che ora vogliono rafforzarlo”.

La comunità d’intenti espressa da Obama e dalla Merkel arriva alla vigilia del vertice straordinario dei leader dei Paesi dell’Eurozona di Bruxelles in cui si discuterà della necessita di rafforzare il coordinamento economico dei Paesi dell’area euro. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è arrivato con largo anticipo, poco dopo le 16.30, al palazzo Justus Lipsius di Bruxelles, sede del Consiglio Ue, per delle bilaterali con i leader di diversi Stati membri.

Dopo aver parlato al telefono alle 13.30 con la Merkel, subito dopo il suo arrivo a Bruxelles Berlusconi ha avuto un faccia a faccia con il presidente francese Nicolas Sarkozy, terminato con una la condivisione della “necessità fortissima di uscire dal vertice con decisioni condivise e per interventi comuni e coordinati”, secondo fonti di Palazzo Chigi. Il premier italiano ha poi visto il presidente stabile del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e il premier portoghese José Socrates, e vedrà successivamente il primo ministro spagnolo José Luis Zapatero.

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