Un assegno di traenza è uno strumento di pagamento parecchio sfruttato da enti pubblici e aziende: a cosa serve.
La traenza non è altro che la facoltà di disporre, tramite emissione di un titolo di credito, di somme disponibili presso il trattario. E chi è il trattario? In linguaggio finanziario e giuridico è colui che si occupa di effettuare un pagamento in favore di un beneficiario per conto di un secondo soggetto (detto traente, cioè chi emette l’assegno). Tutto ciò sempre all’interno della fattispecie del titolo di credito o di una cambiale. In questo senso, l’assegno di traenza viene principalmente usato per produrre pagamenti o rimborsi quando non si conoscono le coordinate bancarie del beneficiario.
L’assegno di traenza non p trasferibile. Ciò significa che può essere incassato solo dal beneficiario indicato sull’assegno. Ma non assomiglia a un assegno ordinario. Invece della firma del traente è necessaria la firma del beneficiario. E poi ha una validità limitata. Cioè rivela sempre una scadenza prefissata e non prorogabile.
Ma perché questo tipo di assegno è tanto utilizzato da enti pubblici, compagnie assicurative e aziende per rimborsi o pagamenti? Perché spesso non è possibile ottenere subito le coordinate bancarie del destinatario. Si tratta dunque di velocizzare il pagamento. Ma ciò non toglie che gli assegni di traenza possano comportare problemi. Succede, per esempio, che la banca possa pagare l’assegno a una persona non autorizzata se non verifica correttamente l’identità del presentatore. Se un assegno viene perso o rubato, potrebbe essere incassato anche dal non legittimo beneficiario.
In genere, tale assegno è sicuro: garantisce che solo il destinatario designato possa incassarlo. Il problema è che il beneficiario deve recarsi fisicamente in banca per incassarlo. Infatti, per incassare un assegno di traenza bisogna versare l’assegno sul proprio conto corrente bancario, recandosi quindi allo sportello della propria banca. In questo caso l’invio dell’assegno di traenza alla banca emittente sarà telematico e non cartaceo. Oppure bisogna andare presso uno sportello dell’istituto di credito che ha emesso l’assegno e richiederne la conversione in contante.
In generale, l’assegno di traenza può essere una soluzione più conveniente per il traente che per il beneficiario. Mentre per il già citato trattario, questo strumento di pagamento può trasformarsi anche in un problema. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno risolto un annoso dibattito giuridico sul problema degli assegni di traenza stabilendo che, se una banca paga un assegno non trasferibile a una persona non autorizzata, l’istituto in questione è responsabile per negligenza e non per responsabilità oggettiva.
Ciò significa che la banca può essere ritenuta colpevole solo se non ha agito con la dovuta attenzione e precisione. Se l’istituto dimostra di aver fatto tutto il possibile per identificare correttamente il beneficiario dell’assegno, non sarà considerata responsabile. Tale pronuncia si basa sull’articolo 43 della legge sugli assegni del 1933, che richiede appunto alla banca di agire con la massima cura nell’identificare chi presenta l’assegno per il pagamento.
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