Assegno fino a 780 € per i poveri. Ma servono altri 2,4 mld

Pubblicato il 19 Agosto 2015 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA
Reddito fino a 780 € per i poveri. Ma servono altri 2,4 mld

Reddito fino a 780 € per i poveri. Ma servono altri 2,4 mld

ROMA – Il Governo Renzi, in aggiunta al promesso taglio delle tasse, sta studiando la possibilità di introdurre già nel 2016 un sussidio a integrazione del reddito delle fasce più deboli. Un assegno che può arrivare al massimo a 780 euro mensili per consentire di uscire dalla povertà assoluta definita, per esempio per una famiglia con due figli, da un reddito inferiore a 980 euro. L’integrazione, non quindi un reddito minimo garantito universale, sarebbe subordinata all’obbligo per i potenziali beneficiari di frequentare programmi di avvio al lavoro e di reinserimento sociale.

Nelle fasce deboli verrebbero compresi anche gli over 55 espulsi dal circuito lavorativo che, lontani da pensione e con poche speranze di trovare un nuovo lavoro (le statistiche parlando di un modesto 10%) costituiscono al momento un bacino di 1,3 milioni di persone. La misura è stata ampiamente caldeggiata anche dal presidente dell’Inps Tito Boeri. Doppia operazione quindi. I molti condizionali sono inevitabili, visto che per l’integrazione del reddito la copertura minima messa in conto ammonta a 2,4 miliardi.

Fra l’altro, per vigilare sul buon fine della destinazione dei soldi, dovrebbero essere introdotte delle commissioni territoriali capaci di giudicare come queste risorse vengono utilizzate, cioè se per beni primari piuttosto che per spese superflue. Il sussidio non avrebbe limiti temporali. Michele Di Branco ricorda su Il Messaggero il difficile contesto economico in cui il Governo è impegnato per trovare le risorse necessarie a finanziare i tanti progetti messi in cantiere.

Solo per coprire le spese indifferibili (soldi per scongiurare l’aumento di Iva e il taglio delle detrazioni, fondi per la rivalutazione delle pensioni e il rinnovo dei contratti pubblici) la legge di Stabilità vale almeno 23 miliardi. Ma il conto supera abbondantemente quota 30 considerando alcuni impegni assunti dal premier Renzi quali, fra tutti, la cancellazione dell’Imu-Tasi sulla prima casa. Tuttavia il governo è convinto (e ieri il viceministro al Tesoro Enrico Morando lo ha confermato ) che spending review, rientro dei capitali e flessibilità sul bilancio concordata con Bruxelles potranno garantire coperture sufficienti. (Michele Di Branco, Il Messaggero).